Duello tra Renzi e Rossi sul flop di Piombino (con minacce di querela)
Scontro su chi ha voluto Rebrab. Il presidente della Regione: pronto a querelare. E il leader Pd corregge il tiro
Scontro tra il governatore Rossi e il leader Pd, dopo la frase di Renzi su Rebrab («Furono Rossi e Landini a volerlo»). Rossi si arrabbia e minaccia querela, Renzi corregge il tiro.
Le considerazioni sulla crisi delle acciaierie piombinesi inaspriscono i rapporti tra il segretario del Pd Matteo Renzi e il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. Le parole dell’ex premier pronunciate sul treno «Destinazione Italia» a una delegazione di operai Aferpi, secondo cui «furono Rossi e Landini a volere Rebrab», hanno fatto infuriare il governatore, che ora senza mezzi termini minaccia querela. «Il progetto industriale presentato dall’imprenditore Issad Rebrab è stato scelto attraverso una regolare procedura di gara del Ministero dello Sviluppo Economico, sulla quale non ho avuto alcuna influenza – dice Rossi - Le affermazioni su Piombino meritano una sola risposta: la querela. Ne sono dispiaciuto ma su questa materia non si scherza e non sono ammessi equivoci». «Nessuno ha mai messo in dubbio il principio della gara. Matteo Renzi non ha dichiarato quelle frasi ai cronisti ma si tratta di ricostruzioni giornalistiche su frasi de relato», precisa lo staff di Renzi commentando le indiscrezioni giornalistiche secondo cui l’ex premier avrebbe addebitato la responsabilità della scelta a favore dell’Aferpi a Rossi e all’ex leader Fiom, Maurizio Landini. Il Corriere Fiorentino, però, conferma la bontà delle sue fonti. Il governatore Mdp aveva già trattato l’argomento alcune ore prima, sulla sua pagina Facebook. «Renzi dice che su Piombino è tutta colpa mia e di Landini. Lo ringrazio per avermi messo in coppia con uno degli uomini più credibili e rispettati dai lavoratori», si legge nel post, per poi andare verso una ricostruzione sintetica di come, nel 2014, il gruppo algerino Cevital guidato da Issad Rebrab sia entrato in possesso delle acciaierie con la gara a cui fa riferimento nella nota. Al contrario, Renzi agli operai aveva detto che a suo parere «l’operazione con Jindal, che avevo conosciuto a Firenze, andava fatta tre anni fa». Il governatore getta lo sguardo anche al futuro. «Resto convinto che, anche per il futuro, l’unica proposta accettabile per Piombino è di tornare a produrre acciaio, perché altrimenti si farebbero solo gli interessi del capitalismo nazionale e internazionale che vorrebbero veder morire la siderurgia per sfruttare solo i laminatoi, mandando così a casa oltre la metà dei quattromila lavoratori diretti e indiretti», dice il governatore, ieri all’ assemblea nazionale della siderurgia organizzata dalla Fiom Cgil.
All’attacco di Renzi e Rossi va Tommaso Fattori di Sì Toscana a sinistra. «Un indecente scaricabarile — dice Fattori — con reciproci scambi di accuse, tra Renzi ed Rossi. Hanno torto entrambi», perché «in tutti questi anni hanno aspettato invano che il capitale privato trovasse una soluzione produttiva per Piombino, sollevando la politica dalle proprie responsabilità».