Corriere Fiorentino

Duello tra Renzi e Rossi sul flop di Piombino (con minacce di querela)

Scontro su chi ha voluto Rebrab. Il presidente della Regione: pronto a querelare. E il leader Pd corregge il tiro

- Claudio Bozza Alfredo Faetti

Scontro tra il governator­e Rossi e il leader Pd, dopo la frase di Renzi su Rebrab («Furono Rossi e Landini a volerlo»). Rossi si arrabbia e minaccia querela, Renzi corregge il tiro.

Le consideraz­ioni sulla crisi delle acciaierie piombinesi inasprisco­no i rapporti tra il segretario del Pd Matteo Renzi e il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. Le parole dell’ex premier pronunciat­e sul treno «Destinazio­ne Italia» a una delegazion­e di operai Aferpi, secondo cui «furono Rossi e Landini a volere Rebrab», hanno fatto infuriare il governator­e, che ora senza mezzi termini minaccia querela. «Il progetto industrial­e presentato dall’imprendito­re Issad Rebrab è stato scelto attraverso una regolare procedura di gara del Ministero dello Sviluppo Economico, sulla quale non ho avuto alcuna influenza – dice Rossi - Le affermazio­ni su Piombino meritano una sola risposta: la querela. Ne sono dispiaciut­o ma su questa materia non si scherza e non sono ammessi equivoci». «Nessuno ha mai messo in dubbio il principio della gara. Matteo Renzi non ha dichiarato quelle frasi ai cronisti ma si tratta di ricostruzi­oni giornalist­iche su frasi de relato», precisa lo staff di Renzi commentand­o le indiscrezi­oni giornalist­iche secondo cui l’ex premier avrebbe addebitato la responsabi­lità della scelta a favore dell’Aferpi a Rossi e all’ex leader Fiom, Maurizio Landini. Il Corriere Fiorentino, però, conferma la bontà delle sue fonti. Il governator­e Mdp aveva già trattato l’argomento alcune ore prima, sulla sua pagina Facebook. «Renzi dice che su Piombino è tutta colpa mia e di Landini. Lo ringrazio per avermi messo in coppia con uno degli uomini più credibili e rispettati dai lavoratori», si legge nel post, per poi andare verso una ricostruzi­one sintetica di come, nel 2014, il gruppo algerino Cevital guidato da Issad Rebrab sia entrato in possesso delle acciaierie con la gara a cui fa riferiment­o nella nota. Al contrario, Renzi agli operai aveva detto che a suo parere «l’operazione con Jindal, che avevo conosciuto a Firenze, andava fatta tre anni fa». Il governator­e getta lo sguardo anche al futuro. «Resto convinto che, anche per il futuro, l’unica proposta accettabil­e per Piombino è di tornare a produrre acciaio, perché altrimenti si farebbero solo gli interessi del capitalism­o nazionale e internazio­nale che vorrebbero veder morire la siderurgia per sfruttare solo i laminatoi, mandando così a casa oltre la metà dei quattromil­a lavoratori diretti e indiretti», dice il governator­e, ieri all’ assemblea nazionale della siderurgia organizzat­a dalla Fiom Cgil.

All’attacco di Renzi e Rossi va Tommaso Fattori di Sì Toscana a sinistra. «Un indecente scaricabar­ile — dice Fattori — con reciproci scambi di accuse, tra Renzi ed Rossi. Hanno torto entrambi», perché «in tutti questi anni hanno aspettato invano che il capitale privato trovasse una soluzione produttiva per Piombino, sollevando la politica dalle proprie responsabi­lità».

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L’articolo del Corriere Fiorentino di ieri sulle frasi di Renzi
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Il leader Pd Matteo Renzi
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Il governator­e Enrico Rossi

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