La svolta della Regione sulle Asl: premi a chi fa meno errori medici
Ok alla riforma su valutazione e incentivi, si parte con la classifica delle aziende più sicure
Punteggi, classifiche, premi economici. Le aziende sanitarie della Toscana saranno al centro di un sistema di valutazione e di incentivi, per migliorare gli standard sulla sicurezza dei pazienti. A stabilirlo è una delibera della giunta regionale che riforma il centro di gestione del rischio clinico, l’autorità che stabilisce le linee guida da seguire per evitare errori medici e che compie indagini sanitarie quando si verificano casi avversi. Per la prima volta, sarà istituito un sistema chiamato «safety score», ovvero punteggio sulla sicurezza, che prenderà in considerazione alcuni indicatori ospedalieri, come la frequenza e la gravità degli eventi avversi, la diffusione di infezioni in corsia, il rispetto delle procedure, per istituire una classifica delle aziende sanitarie (Asl) e delle aziende ospedaliero universitarie (Aou).
«Il nostro obiettivo — spiega Riccardo Tartaglia, direttore del centro di gestione del rischio clinico regionale — è soltanto di incentivare la sicurezza, la riduzione del rischio, non di dare le pagelle a buoni e cattivi». Sarà inoltre creato un sistema di incentivi economici, il cui disciplinare è ancora da definire, per finanziare le aziende che pagano meno risarcimenti per errori medici: dal 2010 la Toscana ha abbandonato le assicurazioni private per risarcire i pazienti e le loro famiglie, così Asl e Aou in parte accantonano fondi di garanzia per liquidare le cifre, in parte vengono aiutate dalla Regione. Con la riforma, la Regione darà premi annuali a chi l’avrà fatta spendere di meno per i risarcimenti. Inoltre, sono introdotti i «patient safety walkaround», i gruppi itineranti, che si muoveranno di ospedale in ospedale per promuovere la corretta attuazione della gestione del rischio in tutte le aziende: «È un argomento che in ambito sanitario può sollevare resistenze. Vorrei però che fosse chiaro che non si tratta di visite ispettive, ma di attività volte al miglioramento, ad innalzare gli standard», spiega Tartaglia, in questi giorni impegnato alla Fortezza da Basso di Firenze per la XII edizione del Forum Risk Management. L’obiettivo della Regione è diffondere la cultura dei protocolli di sicurezza: tenendo conto che l’errore umano in medicina non si può mai eliminare del tutto, si devono attuare una serie di procedure prestabilite per sventarne le conseguenze. Ad esempio, prima di operare un paziente devono essere fatte verifiche (check list) per far emergere eventuali precedenti errori di diagnosi.
La delibera prende anche atto della riforma nazionale del rischio clinico, recentemente fatta approvare dal parlamento dal deputato toscano Pd Federico Gelli, in riferimento al passaggio sulla responsabilità penale e civile dei medici. Per quella legge il centro di gestione del rischio clinico della Toscana, che ha sede a Villa La Quiete alle Montalve di Firenze, era stato preso come modello di riferimento. E ora è ufficialmente accreditato come interlocutore dall’Organizzazione mondiale della Sanità.
Controlli itineranti Esperti del rischio clinico visiteranno gli ospedali per mettere a punto le procedure