Senza quei soldi non avremmo il tram, né 220 dottorati
Cosa è stato fatto con le risorse di Bruxelles? Molto, anche per i lavoratori senza più un posto
Ce lo chiede l’Europa! Ma a volte, siamo noi a chiederle qualcosa. Anzi, molto. Nel corso degli ultimi dieci anni, due miliardi di euro sono arrivati da Bruxelles per sostenere progetti, investimenti, opere e anche aiuti ai lavoratori in difficoltà. L’elenco è lunghissimo: solo nel periodo 2007-2013, sono stati 7.731 i progetti «aiutati» dalle varie linee di finanziamento che l’Europa mette a disposizione dei Paesi membri. Sigle (Fesr, Po, Fse, Feasr) poco familiari ma che significano soldi, le leve per cambiare anche le nostre città.
Senza i 26 milioni dell’Europa, ad esempio, non avremmo potuto realizzare la linea 1 della tramvia (e neanche la altre due, ora in costruzione). Senza i 4,5 milioni di euro di Bruxelles, non avremmo potuto realizzare il People mover che collega il centro di Pisa con l’aeroporto Galilei. Perfino a Montieri, nel grossetano, si deve ringraziare l’Ue: 780 mila euro hanno reso possibile un impianto di teleriscaldamento per le abitazioni legato alla centrale geotermoelettrica di Travale, oltre a interventi di efficientamento energetico e altri impianti di energia rinnovabile che riscaldano anche da scuole e spazi pubblici.
Oltre 22o giovani laureati hanno potuto fare dottorati e programmi internazionali; 5.793 famiglie toscane, in 110 Comuni, hanno potuto usare asili nido, ludoteche, altri servizi per l’infanzia; quasi 35 mila ragazzi e ragazze sotto i 32 anni hanno potuto partecipare ai progetti di «Giovani sì», dai tirocini non curriculari al servizio civile: pagava l’Europa. O meglio, anche l’Europa.
I fondi europei infatti si attivano con l’obbligo di una compartecipazione «locale», che può arrivare dallo Stato, dalla Regione che ha presentato il progetto, o da privati. La maggior parte del finanziamento è arrivata su temi legati all’innovazione e alla ricerca, oltre metà dei 1,275 miliardi arrivati fino al 2013. E le imprese beneficiarie, negli anni della crisi, hanno visto aumentare l’occupazione del 3%, mentre quelle che non accedevano ai fondi perdevano il 3%. La compartecipazione consente di «alzare l’asticella». La Toscana infatti è riuscita, di fronte a richieste di fondi europei pari a 1,23 miliardi, a realizzare progetti e interventi (20072013) per 1,275 miliardi: chi ha migliori performance di utilizzo, ottiene in corso d’opera anche ulteriori contributi. Un «buon governo» che però ha bisogno di fondi: senza, non è ripetibile.