Bike sharing, il boom spiazza Palazzo Vecchio (vedere per credere)
Caro direttore, chiedo nuovamente la sua attenzione sulla questione del bike sharing Mobike e più in generale dell’uso delle biciclette a Firenze. Come ricorderà, in una precedente lettera ponevo l’accento sulla necessità che durante i mesi invernali l’amministrazione comunale affronti il problema con lungimiranza — rastrelliere nuove, rimozione delle carcasse, piste ciclabili adeguate, eliminazione delle buche, applicazione del Codice della strada anche ai ciclisti. Perché è chiaro che dalla prossima primavera ci ritroveremo davanti a una vera e propria invasione di biciclette a noleggio «alla cinese». Ma difficilmente Firenze riuscirà a fare un passo avanti come smart city, cioè come città intelligente, dotata di servizi e trasporti come le migliori città europee. Nei giorni scorsi l’assessore Giovanni Bettarini, promotore dell’iniziativa delle Mobike, ha dato i numeri di un successo — 100 mila iscritti con un milione di chilometri percorsi dall’inizio del servizio, all’inizio dello scorso agosto — e ha annunciato l’arrivo di un secondo operatore di bike sharing (Gobee, con sede a Hong Kong) in città. Ed è già sfida aperta tra le bici arancioni e quelle verdi. L’assessore Stefano Giorgetti invece si preoccupa del fatto che ogni nuova rastrelliera toglie due posti per le auto, in una città già drammaticamente povera di parcheggi in alcune sue parti. E allora? Le foto qui pubblicate fanno capire bene che Firenze non è Boston o Amsterdam o Parigi, dove esistono intere strade pedonalizzate, adibite all’uso delle Mobike o delle bici di proprietà. Qui spesso manca lo spazio vitale. E l’organizzazione dello spazio. Invece di procedere a tentoni, il Comune dovrebbe prepararsi all’inaugurazione delle nuove linee di tramvia con un piano complessivo della mobilità. Perché non è con ottomila bici in più che si possa sciogliere il nodo della mobilità fiorentina.