C’è un altro Michelangelo: ritoccato coi pixel
All’Accademia delle Arti gli affreschi del Genio fotografati da Amendola e lavorati in digitale
Se Michelangelo fosse vissuto ai giorni nostri non si sarebbe fatto scappare questa avanguardia per realizzare i suoi affreschi. Ne è convinto il signor Antonio Giannoni assieme a Venio Santoni anima della Giannoni & Santoni di Perignano (Pisa).
Un’azienda ad alto contenuto artistico e artigianale specializzata nella decorazione e nella finitura che adesso ha dato vita, grazie all’incontro con l’architetto Alberto Bartalini, all’innovativa tecnica dell’affresco digitale. A vedersi un affresco a tutti gli effetti che al suo interno nasconde un’alta concentrazione di tecnologia. Una sperimentazione tutta toscana pronta a debuttare il prossimo 14 dicembre negli spazi della galleria dell’Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze nella mostra Aurelio Amendola: Michelangelo, affreschi digitali & dintorni. Quindici opere digitali che riproducono le immagini michelangiolesche del noto fotografo pistoiese Aurelio Amendola, già accademico delle Arti del Disegno, su superfici in cemento, oro, ossido di rame e ferro, fibre e trasparenze, successivamente ritoccate a mano. «L’affresco digitale — spiega Giannoni — rappresenta una novità nel panorama artistico che stiamo facendo conoscere, piace a tanti architetti ma il grande pubblico potrà familiarizzare ora con questa mostra. La nostra è una tecnica con cui mettiamo insieme la dimensione artistica con l’abilità manuale e le potenzialità del digitale. In particolare — spiega Giannoni — procediamo alla stampa di immagini elaborate digitalmente su di un supporto (dalle malte ai microcementi alla carta), quindi trattiamo questa superficie manualmente rifinendola come si fa con le basi degli affreschi e infine sempre a mano ritocchiamo le immagini». Una nuova frontiera che sta portando l’azienda toscana a sperimentare allestimenti di grande richiamo per autentiche opere d’arte. Così dopo le scenografie create per il Teatro Del Silenzio e le installazioni realizzate all’arsenale per la Biennale di Venezia 2011, l’affresco digitale debutta nelle elaborazioni delle foto di Amendola davanti al pubblico fiorentino. «Grazie alla lungimiranza di Alberto Bartalini — commenta il fotografo — ho avuto l’opportunità di sperimentare nuove forme espressive, che danno nuova matericità alle mie opere rendendole contemporanee». Un processo che ha conquistato anche l’Istituto Sant’Anna di Pisa che sta collaborando con l’azienda di Perignano per elaborare una macchina capace di stampare le immagini direttamente sul supporto finale. «Questo progetto è in fase sperimentale — conclude Giannoni — e porterà a un grande vantaggio nei tempi di esecuzione dell’opera. Mentre adesso la stampa avviene su un supporto che poi viene montato, un domani potremmo stampare le immagini in situ».