Giù in Borsa
Ferragamo rivede al ribasso gli obiettivi finanziari 2018 e il titolo perde il 6,25 per cento
Si allungano i tempi per il rilancio di Salvatore Ferragamo annunciati dal nuovo amministratore delegato Eraldo Poletto e i conti 2018 potrebbero essere rivisti al ribasso perché anche il prossimo sarà un anno «di transizione», come il 2017: è un allarme quello lanciato giovedì scorso dal gruppo fiorentino del lusso al termine di una riunione del Cda che ha innescato il crollo del titolo in Borsa nella giornata di ieri e le speculazioni di alcuni operatori su ipotesi di fusioni e vendita della maison, seccamente rispedite al mittente da via de’ Tornabuoni.
Nel febbraio scorso Salvatore Ferragamo aveva presentato un ambizioso programma di riorganizzazione e rilancio, avvisando che il 2017 sarebbe stato un anno complesso per via dei corposi investimenti sul prodotto, in marketing e It, ottimizzazione dei processi commerciali e produttivi, logistica del gruppo e rilancio del brand. Un piano destinato a far tornare Salvatore Ferragamo al primo posto nella classifica mondiale delle calzature di lusso e a far crescere la maison il doppio della media di settore, incrementando la redditività e i margini di guadagno. Obiettivi molto ambiziosi che adesso il gruppo dice di non poter confermare perché «difficilmente perseguibili». La notizia di ieri ha portato il titolo della maison a perdere in Borsa fino all’8% e a chiudere la seduta con un meno 6,29% a 21,15 euro, più o meno lo stesso valore di un anno fa mentre nello stesso arco di tempo il mercato del lusso è cresciuto di oltre il 35%.
Eppure la notizia di ieri non era totalmente inaspettata perché dopo l’entusiasmo inizialmente seguito alla presentazione del nuovo piano, la casa di moda aveva già fatto trapelare cautela: i conti dei primi nove mesi dell’anno, presentati a novembre, avevano mostrato un assottigliamento consistente dell’utile netto (79 milioni, il 28,3% in meno rispetto ai 110 milioni di euro del terzo trimestre 2016) e i vertici avevano già detto che anche il 2018 sarebbe stato un anno di «duro lavoro», dedicato a interventi e iniziative strategiche di ampio respiro.
A pesare molto su ricavi e utile è il cosiddetto «destocking», ovvero la necessità di eliminare le scorte di merce dai magazzini, operazione che impone di venderla a prezzi ridotti e quindi con pochissimo margine. Salvatore Ferragamo ha un potenziale di crescita altissimo e la strada della svolta è stata indicata e avviata: il rallentamento dei tempi ha fatto sorgere in alcuni operatori di mercato il dubbio che possa essere la famiglia a condurre in porto il rilancio, ma fonti vicine a Palazzo Fini-Speroni confermano quello che il presidente della maison Ferruccio Ferragamo ha ribadito in più occasioni e cioè che l’azienda resta saldamente in mano alla famiglia.
Tam tam Tra gli operatori è nato il dubbio che la maison possa passare di mano: secca smentita