Corriere Fiorentino

Simeone, l’urlo dell’ex grifone

Il Cholito sfida il «suo» Genoa: proprio al Franchi lo scorso anno segnò una doppietta Portofino, il pesto e le cene lungomare con papà Diego: ecco perché per Giovanni sarà la partita del cuore

- Leonardo Bardazzi

L’armadietto di Villa Rostan nel quartier generale di Preziosi, le cene con babbo Diego a Boccadasse, gli allenament­i a Pegli e i gol a Marassi. Giovanni Simeone domani avrà i brividi lungo la schiena. A Genova è rimasto appena un anno, ma il Grifone gli è rimasto nel cuore. Lì ha vissuto la sua prima avventura italiana, ha capito cosa vuol dire far gol a miti come Buffon, prendersi le prime pagine dei giornali e convivere con le pressioni continue del nostro calcio.

La scintilla tra il Cholito e i genoani scattò subito, anche perché l’inizio fu folgorante: gol alla seconda partita da titolare contro il Pescara, gol alla seconda con il Bologna e doppietta alla Juve a novembre. Visto il ruolino di marcia e la voglia (non scontata per un ragazzino figlio d’arte) di sbattersi dietro a ogni pallone, non ci volle molto per far diventare il giovane attaccante cresciuto nel River Plate di Passarella, il nuovo idolo della curva.

«A Genova mi sento come a casa», ha ammesso lui più volte. Che di casa in realtà stava nel lungomare di Arenzano (20 km dal centro città), ma che di Genova adorava il pesto, la città vecchia, la dolce atmosfera di Portofino e quel modo molto «british» di concepire lo stadio che hanno i genoani.

Dopo un girone d’andata sfolgorant­e, il ritorno (complice il cambio di allenatore) fu molto più sofferto, tanto che il suo Genoa rischiò perfino la B: «Un’esperienza che mi è servita per maturare», ha spiegato Gio in queste settimane. Lo zampino comunque il Cholito lo mise proprio contro la sua squadra del futuro. Al Franchi nel gennaio scorso segnò una doppietta (finì 3-3, con gol di Giovanni al 90’) che di fatto iniziò il declino dell’era Sousa e delle speranze viola di qualificar­si per la coppa. A fine anno, con 12 gol rossoblu nel curriculum, tante squadre gli ronzavano intorno. Lui però aveva già scelto: voleva Firenze. Perché la Fiorentina rispetto al Genoa (parole sue) «è un’altra cosa» e perché giocare al Franchi poteva rappresent­are un passo avanti nella sua carriera. I genoani avevano capito (segnò e fu applauditi­ssimo anche in coppa Italia, ad agosto scorso, nei giorni in cui ancora aspettava di diventare viola), anche se l’addio — causa Kalinic — è stato più lungo del previsto e niente affatto facile dal punto di vista affettivo.

Ce n’è abbastanza insomma per pensare a una romantica di partita del cuore, che però ha anche un lato molto più prosaico: dopo 5 risultati utili consecutiv­i, battere il Genoa valorizzer­ebbe al massimo l’ottima prestazion­e di Napoli. In più, Simeone ha fatto gol nelle ultime due uscite al Franchi (alla Roma e al Sassuolo) e insegue il suo sesto centro stagionale. «Voglio battere il mio record di gol fatto col Genoa», il suo primo proposito di inizio anno. Giocare la sua prima partita in Europa sarebbe il secondo, anche perché sul polso ha sempre tatuato il simbolo della Champions: per salutare i vecchi amici (Palladino, Rincon e tutti gli altri lo salutarono con affetto nel giorno in cui svuotò il suo armadietto al centro sportivo) ci sarà tempo. Il Franchi lo aspetta protagonis­ta. In fondo, Giovanni, ha una doppietta da farsi perdonare.

 ??  ?? Giovanni Simeone, 22 anni, l’anno scorso ha segnato 12 gol nel Genoa In estate la Fiorentina lo ha acquistato per 15 milioni più 3 di bonus
Giovanni Simeone, 22 anni, l’anno scorso ha segnato 12 gol nel Genoa In estate la Fiorentina lo ha acquistato per 15 milioni più 3 di bonus

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