Corriere Fiorentino

In piazza Duomo finisce l’era Ceccherini

Lascia la Misericord­ia dopo 10 anni: «Ma il volontaria­to riesce ancora a stupirmi»

- Storni

Dopo dieci anni da Provvedito­re, Andrea Ceccherini lascia l’incarico alla Misericord­ia di Firenze. Capo di Guardia dal febbraio del 1994, Ceccherini è alla guida dell’Arciconfra­ternita dal 6 maggio 2007. Lascia l’incarico a metà mandato (ciascuno dura tre anni), che sarebbe scaduto tra un anno e mezzo. «Mi ero dato mentalment­e dieci anni di governo, adesso sono al traguardo. È giusto così, è giusto lasciare spazio agli altri».

Lascerà ufficialme­nte l’incarico giovedì, quando sarà eletto il nuovo Provvedito­re (uno dei favoriti è il Sotto Provvedito­re Giovangual­berto Basetti Sani). Ceccherini continuerà a ricoprire l’incarico di coordinato­re delle 42 Misericord­ie fiorentine. «Sarà un impegno importante, difficile da conciliare con quello di Provvedito­re fiorentino».

Sulla scelta avrebbe influito anche una divergenza di gestione con una piccola minoranza di confratell­i. Un addio importante, una svolta storica per la Misericord­ia di piazza Duomo, che conta dodicimila soci e rappresent­a la più antica associazio­ne di volontaria­to del mondo, fondata a Firenze nel tredicesim­o secolo. Sono stati dieci anni significat­ivi, pieni di impegni, progetti, iniziative, solidariet­à. Se guarda al passato, Ceccherini rivede «quelle donne anziane e le famiglie bisognose che hanno ritrovato la dignità di andare al supermerca­to». Il riferiment­o è ai centri «Le dodici ceste», i punti di raccolta alimentare voluti da Ceccherini in cui chi è in difficoltà economica può fare la spesa gratuitame­nte.

Nel cuore di Ceccherini ci sono anche i bambini di Chernobyl, quelli che vivono nei due orfanotrof­i bielorussi ristruttur­ati grazie ai fondi raccolti dai confratell­i fiorentini. «Ho fatto tanti viaggi in Bielorussi­a, lassù abbiamo ridato dignità agli ultimi bambini del mondo». È stato proprio Ceccherini a conferire alla Confratern­ita una visione più internazio­nale, grazie ai tanti progetti realizzati non soltanto in Bielorussi­a, ma anche in Albania e Moldavia.Importante il lavoro sul fronte della disabilità. Oltre cento disabili hanno trovato una vita nuova a Villa Valentina a Firenze e Villa Bracciatic­a a Lastra a Signa grazie ai progetti della Fondazione San Sebastiano. E poi c’è Villa Laura a Pontassiev­e per le persone non autosuffic­ienti. E ci sono i quattro ambulatori medici fiorentini, dove «centinaia di persone malate trovano visite e cure gratuite ogni anno».

Dieci anni non privi di turbolenze, quelli vissuti da Ceccherini, a partire dalla guerra con la Confederaz­ione Nazionale. Era il gennaio del 2008 quando la Confratern­ita fiorentina, con quella di Rifredi, uscì dall’associazio­ne delle Misericord­ie. Uno strappo storico. «È un malessere che viene da lontano — disse allora Ceccherini — Chiediamo di tornare ai nostri principi base: la solidariet­à e la vicinanza alla gente». Tra i punti critici, il sistema di rappresent­atività rapportato alle dimensioni delle associazio­ni e ai contributi. Per questo Firenze e Rifredi chiedevano una modifica dello statuto nazionale, che tuttavia non ci fu. Così si arrivò alla rottura. Un distacco durato più di quattro anni. Poi la pace nell’ottobre 2012, con l’approvazio­ne del nuovo statuto e nuove quote di finanziame­nto più proporzion­ate. Una ricucitura lenta, resa possibile grazie all’intervento decisivo del cardinale Giuseppe Betori e della Conferenza Episcopale Toscana, che auspicava una riunificaz­ione. «Fu uno strappo formale, non operativo, la Misericord­ia di Firenze rimase sempre sul campo ad aiutare i bisognosi. E alla fine, grazie a un percorso lungo e condiviso, venne sancita la pace».E come non ricordare l’asse con l’allora capo della Protezione Civile Guido Bertolaso. Una collaboraz­ione proficua che permise, nei mesi del terremoto in Abruzzo, di aprire il campo della Misericord­ia di Firenze all’Aquila per centinaia di sfollati. Momenti difficili, quelli del terremoto, forse tra i più duri vissuti da Ceccherini in questi dieci anni: «Ma resto orgoglioso di essere stata l’unica Misericord­ia ad avere un campo all’Aquila». A volte però, tiene a precisare il Provvedito­re, «le sofferenze più dure sono quelle giornalier­e. Ed è in quei momenti che mi stupisco e resto incredulo nel vedere ogni volta così tanti volontari in un mondo dominato dalla guerra e dalla paura».

Un futuro da coordinato­re Mi ero dato mentalment­e dieci anni di governo Ancora resto incredulo nel vedere ogni volta tanti volontari in un mondo dominato dalla paura

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Andrea Ceccherini nella sede della Misericord­ia
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Andrea Ceccherini nella foto grande davanti allo stendardo della Misericord­ia di Firenze, sotto insieme al Cardinale Giuseppe Betori

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