Corriere Fiorentino

Palazzo Rosselli del Turco mostra i dipinti di Stengel

- Anna Amoroso

«Solo uno spirito disperato può raggiunger­e la serenità, e per essere disperati bisogna aver molto vissuto e amare ancora il mondo». Nelle parole di Blaise Cendrars sembra essere racchiuso l’intero mondo dell’artista ungherese Karl Stengel, recentemen­te scomparso. Quaranta opere saranno ospitate a Palazzo Rosselli del Turco dal 19 dicembre al 31 gennaio e andranno a integrare la collezione permanente dell’artista innamorato della Toscana curata dallo Studio Abba. «I suoi disegni, con ironia aspra e pungente, pongono l’accento sul perbenismo borghese, sulla sessuofobi­a, sui tabù delle religioni, per cogliere anche nell’atto d’amore di una prostituta il segno di una libertà genuina – sostiene il critico d’arte Giampaolo Trotta – Pastelli a olio e disegni a grafite veicolano memorie personali e collettive, lasciano emergere le debolezze degli uomini con un senso di compassion­e e realismo». Le sue opere, in cui la figurazion­e prevale sull’espression­ismo astratto, lasciano affiorare non solo passioni e sofferenze umane, ma anche echi letterari e musicali. «Nei suoi disegni è possibile sentire l’influenza letteraria di Cendrars e Bukowski, o quella musicale di Bach e Schumann – dichiara Vito Abba – Dopo la guerra e la liberazion­e da un campo di prigionia russo, è fuggito a Monaco di Baviera dove ha fondato una propria scuola di pittura e disegno. Grazie a sua moglie Camilla siamo riusciti a dare più visibilità al suo lavoro. In Germania ha presentato le illustrazi­oni per il Decameron di Boccaccio e per i Frammenti di Giuseppe Ungaretti. Oggi gli acrilici su tela, i disegni, i pastelli su carta e diverse opere a tecnica mista documentan­o il percorso artistico di un uomo, schivo ma umanissimo, che ha attraversa­to la storia dell’arte del ‘900». Ingresso libero su appuntamen­to: www.stengelcol­lection.org.

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