CIRCOLO VIZIOSO (NEGOZI E FESTE)
Non c’è nulla di più difficile, per lo storico come per il politico, che individuare i rapporti di causaeffetto. A volte talune tendenze si sviluppano simultaneamente insinuandosi come un fiume carsico nella psicologia collettiva. La gente va meno a messa perché i supermarket sono aperti? O i supermarket sono aperti perché la scristianizzazione ha lasciato aperto un vuoto? Com’è già stato giustamente osservato su queste colonne, chiudere i negozi di domenica non servirebbe a riempire le chiese. Del resto negli Stati Uniti, dove lo shopping è quasi una preghiera e si portano gli ospiti a fare spese nei centri commerciali come noi li porteremmo a visitare un museo, prosperano fenomeni di revival religioso discutibili, ma di indubbia rilevanza. Detto questo, bisogna aggiungere che l’apertura nei giorni festivi degli esercizi commerciali è anche conseguenza di due fenomeni intimamente legati: le minori tutele contrattuali del lavoro e la diminuzione del tempo libero per gli occupati. Nei nuovi contratti lo straordinario domenicale è pagato con una maggiorazione molto minore, e comunque è sempre possibile il ricorso a lavoratori a chiamata, magari extracomunitari più disponibili a sacrificarsi. Al tempo stesso gli orari reali di lavoro per la maggior parte degli occupati sono cresciuti, e sono aumentate le mille incombenze della vita quotidiana che sottraggono tempo agli acquisti. Quanti affollano i supermercati o i centri commerciali la domenica non sono necessariamente perdigiorno affetti dalla sindrome dello shopping compulsivo. Spesso sono lavoratori stressati che non hanno trovato prima il tempo di acquistare i regali o semplicemente di fare la spesa settimanale. Forse, più che guardare all’effetto, sarebbe il caso di comprendere la causa: il circolo vizioso fra un alto tasso di disoccupazione e l’usura crescente di chi un’occupazione ce l’ha ma ha paura di perderla. Si potrebbe osservare che fra capitale e lavoro il pendolo dei rapporti di forza ha conosciuto frequenti oscillazioni. Ancora negli anni ‘50 barbieri e lattai restavano aperti anche la domenica. La Gillette e la diffusione dei frigoriferi, più dei sindacati, li hanno emancipati da questa corvée. Forse l’emancipazione dei lavoratori della grande distribuzione proverrà da Amazon, i cui dipendenti però continueranno a lavorare a ciclo continuo. Ma chi ha detto che si tratterà di un progresso?