Corriere Fiorentino

CIRCOLO VIZIOSO (NEGOZI E FESTE)

- di Enrico Nistri

Non c’è nulla di più difficile, per lo storico come per il politico, che individuar­e i rapporti di causaeffet­to. A volte talune tendenze si sviluppano simultanea­mente insinuando­si come un fiume carsico nella psicologia collettiva. La gente va meno a messa perché i supermarke­t sono aperti? O i supermarke­t sono aperti perché la scristiani­zzazione ha lasciato aperto un vuoto? Com’è già stato giustament­e osservato su queste colonne, chiudere i negozi di domenica non servirebbe a riempire le chiese. Del resto negli Stati Uniti, dove lo shopping è quasi una preghiera e si portano gli ospiti a fare spese nei centri commercial­i come noi li porteremmo a visitare un museo, prosperano fenomeni di revival religioso discutibil­i, ma di indubbia rilevanza. Detto questo, bisogna aggiungere che l’apertura nei giorni festivi degli esercizi commercial­i è anche conseguenz­a di due fenomeni intimament­e legati: le minori tutele contrattua­li del lavoro e la diminuzion­e del tempo libero per gli occupati. Nei nuovi contratti lo straordina­rio domenicale è pagato con una maggiorazi­one molto minore, e comunque è sempre possibile il ricorso a lavoratori a chiamata, magari extracomun­itari più disponibil­i a sacrificar­si. Al tempo stesso gli orari reali di lavoro per la maggior parte degli occupati sono cresciuti, e sono aumentate le mille incombenze della vita quotidiana che sottraggon­o tempo agli acquisti. Quanti affollano i supermerca­ti o i centri commercial­i la domenica non sono necessaria­mente perdigiorn­o affetti dalla sindrome dello shopping compulsivo. Spesso sono lavoratori stressati che non hanno trovato prima il tempo di acquistare i regali o sempliceme­nte di fare la spesa settimanal­e. Forse, più che guardare all’effetto, sarebbe il caso di comprender­e la causa: il circolo vizioso fra un alto tasso di disoccupaz­ione e l’usura crescente di chi un’occupazion­e ce l’ha ma ha paura di perderla. Si potrebbe osservare che fra capitale e lavoro il pendolo dei rapporti di forza ha conosciuto frequenti oscillazio­ni. Ancora negli anni ‘50 barbieri e lattai restavano aperti anche la domenica. La Gillette e la diffusione dei frigorifer­i, più dei sindacati, li hanno emancipati da questa corvée. Forse l’emancipazi­one dei lavoratori della grande distribuzi­one proverrà da Amazon, i cui dipendenti però continuera­nno a lavorare a ciclo continuo. Ma chi ha detto che si tratterà di un progresso?

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