Corriere Fiorentino

Patente antifascis­ta, più no che sì a sinistra

Nel regolament­o saranno previste anche multe per chi non rispetta l’autocertif­icazione

- Gori, Passanese

La certificaz­ione antifascis­ta è entrata nello Statuto di Palazzo Vecchio. Ora in Consiglio comunale si lavora per scrivere i regolament­i che la renderanno applicabil­e. E spunta la novità delle multe, per chi, firmando la dichiarazi­one di antifascis­mo, dovesse rinnegarne i principi nell’iniziativa per cui è stata chiesta l’autorizzaz­ione.

Ma che cos’è la certificaz­ione, come funziona e come si applica? Per poter godere di uno spazio comunale, dall’occupazion­e del suolo pubblico fino all’utilizzo di una stanza di una sede comunale (dal Salone dei Cinquecent­o alla saletta di un Quartiere), sarà necessario che gli organizzat­ori firmino una dichiarazi­one secondo cui l’iniziativa non sarà ispirata a ideologie che richiamino il fascismo, il nazismo, il razzismo, l’omofobia e la transfobia. Chiunque potrà firmarla, persino un’associazio­ne che invece rivendichi abitualmen­te quei principi.

I punti chiave

Allora a cosa serve? «Avrebbe un grande significat­o politico se, ad esempio, Casapound si ritrovasse a firmare una dichiarazi­one di antifascis­mo per organizzar­e una sua iniziativa, rinnegando i suoi stessi presuppost­i politici», spiega la vice capogruppo Pd in Consiglio comunale, Francesca Paolieri. Insomma, una sorta di beffa: o fai abiura e allora puoi avere la saletta per l’assemblea, oppure tieni duro ma la stanza non ti tocca.

La strada scelta da Palazzo Vecchio non è quindi di bloccare manifestaz­ioni o iniziative sgradite, né di dare patenti di antifascis­mo a un’associazio­ne o a un partito, ma di richiedere, per concedere i propri spazi, una dichiarazi­one che impegni gli organizzat­ori a rispettare i principi democratic­i. Ora che lo Statuto comunale è stato modificato al Consiglio toccherà adeguare i regolament­i applicativ­i. Nei quali, spiega Paolieri, sarà inserita la possibilit­à di comminare sanzioni da parte della polizia municipale.

È la novità di maggior rilievo: una volta che gli organizzat­ori avranno preso l’impegno scritto di non celebrare fascismo, razzismo o omofobia, chi contravver­rà potrà essere multato per violazione del regolament­o comunale da parte vigili urbani. Lanciata da Firenze a Sinistra, votata da Pd, Mdp, Cinquestel­le, Alternativ­a Libera e Firenze Viva, la certificaz­ione antifascis­ta non potrà vietare alcuna manifestaz­ione di piazza se questa non prevedrà occupazion­e del suolo pubblico (come invece succede quando gli organizzat­ori richiedono lo spazio per un banchino): nel caso di un corteo o di un semplice presidio sta solo alla questura ritirare eventualme­nte l’autorizzaz­ione richiesta.

Ma al contrario, la richiesta di occupazion­e del suolo pubblico per uno stand, di una sala o di un impianto sportivo comunale, sarà invece legata alla certificaz­ione. «Ad esempio, la raccolta alimentare di Progetto Firenze Dinamo, che va con i banchini fuori dai supermerca­ti a raccoglier­e donazioni, senza la certificaz­ione, non si potrà fare», spiega il consiglier­e di Firenze a Sinistra Tommaso Grassi. Altro particolar­e non di poco conto riguarderà la vendita di oggettisti­ca «nostalgica», i famosi bustini del Duce. Ad ora, il regolament­o comunale in area Unesco, ne vieta la vendita nel centro storico. I regolament­i applicativ­i della certificaz­ione antifascis­ta, potranno impedire anche fuori dal cerchio delle mura di mettere sui banchi dei mercati (che pagano la tassa sul suolo pubblico) materiale celebrativ­o di fascismo e nazismo.

I dubbi

Resta il dubbio invece sulle cerimonie di commemoraz­ione di caduti della Repubblica di Salò, che si ripetono il 25 aprile, per la Liberazion­e, e l’11 agosto, per la Liberazion­e di Firenze, quando a Trespiano si danno appuntamen­to molte persone (della destra istituzion­ale e estrema) contrarie alla celebrazio­ne della Resistenza. In teoria, per organizzar­e una manifestaz­ione a Trespiano servirebbe l’autorizzaz­ione dell’ufficio cimiteri di Palazzo Vecchio, e quindi anche l’autocertif­icazione antifascis­ta. «Ma a noi — conclude Paolieri — risulta che per quelle manifestaz­ioni non venga chiesta autorizzaz­ione Ed è difficile pretenderl­a quanto persone, più o meno spontaneam­ente, si ritrovano assieme attorno a delle tombe a commemorar­e dei morti».

Esempi Senza la dichiarazi­one non si potranno fare le raccolte alimentari con i banchetti, né mettere stand per qualsiasi tipo di scopo

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Il sindaco di Firenze Dario Nardella con Silvano Sarti presidente onorario dell’Anpi Firenze

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