Vino in crisi
Produzione -40% per ungulati e siccità È l’anno più nero
L’enologo Pagli: calo innegabile, si parla del primo anno nella storia del vino in cui la produzione totale non soddisfa la richiesta
Quasi dimezzata la produzione del vino in Toscana. Le previsioni non erano rosee e gli addetti ai lavori non avevano negato che la 2017 si poteva attestare come la peggior annata del secolo. Ora arrivano anche i dati ufficiali, trasmessi da Confagricoltura Toscana: 145 milioni di bottiglie in meno rispetto al 2016, ovvero 480 milioni di euro persi.
La gelata di aprile, la siccità estiva e l’effetto degli ungulati sono considerate le ragioni principali di tale scempio. Cifre alla mano si dichiara un -40,37%. Però i costi sono lievitati e, al di là dello stato di calamità chiesto dal presidente Enrico Rossi e dell’assessore regionale Marco Remaschi, i produttori auspicherebbero una sospensione delle imposte e dei contributi del 2017 e del pagamento delle rate dei finanziamenti bancari. Di sicuro c’è già l’aumento dei prezzi fisiologico, stimato tra il 20 e il 35%. Per fortuna almeno la qualità non è in discussione, soprattutto in varietà più tardive come il sangiovese che ha goduto delle piogge settembrine.
Nella classifica delle zone più colpite svetta il Morellino di Scansano che segna un -56,48% seguito dal rosso di Montepulciano (-53,21%), Igt Toscana (-48,46%), Maremma (-42,92%), Carmignano rosso (-39,94%), Chianti (-39,91%), rosso di Montalcino (-39,71%), Brunello di Montalcino (-34,86%), Nobile di Montepulciano (-31,64%), Chianti Classico (-27,62%), Vernaccia con -25,69% e Bolgheri con -25,24%. Tra gli enologi, sin dalle dichiarazioni immediate del presidente Riccardo Cotarella, c’è sempre stato molto scetticismo. «Il calo è innegabile — spiega Attilio Pagli, enologo del Gruppo Matura che opera in diverse zone dell’Italia e della Toscana, anche nel Morellino — a causa delle avverse condizioni meteo. Tra l’altro in generale si parla del primo anno nella storia del vino globale in cui la produzione totale non soddisfa la richiesta, il consumo. Solitamente si produceva in eccesso e questo è un dato che deve far riflettere. Nel Morellino lavoro per due aziende dotate di sistema d’irrigazione d’emergenza e il calo della produzione è stato più contenuto».
«Ancora non abbiamo dati precisi — fanno sapere dal Consorzio di Montepulciano — ma il -53% ci pare eccessivo. Resteremo su un calo massimo del 35% rispetto allo scorso anno, non a scapito della qualità. Una diminuzione che deve spingere un po’ tutti, produttori e Regione, a rivedere le politiche del settore vino. Il clima sta cambiando e situazioni estreme come quelle di quest’anno saranno sempre più frequenti. Va ripensato il sistema di approvvigionamento idrico dalle dighe e il problema ungulati».
«I viticoltori hanno dovuto sostenere dei costi imprevisti — spiega Francesco Colpizzi, presidente Federazione Vitivinicola di Confagricoltura Toscana — per mitigare gli effetti della siccità si sono rese necessarie irrigazioni e particolari lavorazioni dei terreni. Queste spese saranno in parte assorbite dai produttori e in parte non potranno che ripercuotersi sul mercato».