Corriere Fiorentino

Arezzo e Boschi, aspettando Ghizzoni

La difesa del Pd (tra i dubbi) e l’insofferen­za: «Parliamo d’altro»

- Fatucchi

«Ho visto gente co’ miei anni frignare come cittini. E si vo’ ripresentà qua? Già quando è venuto quell’altro in treno gli è toccato schierare i carabinier­i con gli scudi». Dopo decine di telefonate — con risposte per metà imbarazzat­e e per metà diplomatic­he — ci fermiamo a parlare con l’oste vicino al liceo dove si è diplomata Maria Elena Boschi. Ci sono episodi che qui, ad Arezzo, tanti vorrebbero cancellare del tutto, indipenden­temente dal giudizio su come si è comportata Boschi nella vicenda di Banca Etruria. Solo che ora la sottosegre­taria ha detto: «Vorrei ricandidar­mi in Toscana». Magari ad Arezzo (peraltro le altre ipotesi, Alto Adige e Ercolano, hanno subito sollevato obiezioni nel suo stesso partito). E l’ipotesi qui fa discutere. Parecchio.

È la settimana di fuoco per Maria Elena Boschi: prima gli incontri confermati dal presidente Consob Giuseppe Vegas, poi quelli con il vice di Bankitalia Fabio Panetta raccontati dal presidente Ignazio Visco, che ha escluso «pressioni», precisando però che a fare domande sul futuro di Banca Etruria non era solo Boschi ma anche Matteo Renzi. E oggi in Commission­e Banche arriva Ghizzoni, l’ex amministra­tore delegato di Unicredit, al quale Boschi, secondo quanto raccontato nel suo libro (Poteri forti, o quasi) dall’ex direttore del Corriere

della Sera Ferruccio de Bortoli (querelato, solo in sede civile,da Boschi), avrebbe chiesto notizie sul possibile loro acquisto della banca aretina. L’audizione avrà riflessi sulla candidatur­a della sottosegre­taria? Si vedrà. Intanto il Pd, qui renzianame­nte granitico dal Valdarno fino al capoluogo, aspetta che qualcuno decida. Enzo Brogi, di cui si è parlato come possibile candidato al Senato glissa: «Io volevo occuparmi di diritti civili, non mi interessa fare una campagna elettorale sulle banche». E poi: «Quello che fatto Boschi su Etruria è irrilevant­e — spiega— e se si candidasse sarebbe una sfida interessan­te». Il sindaco di Pergine Valdarno, Simona Neri, dice: «No, no... non mi esprimo su questo, parlerà il segretario provincial­e... Comunque Boschi può benissimo candidarsi, c’è tempo per decidere, non ho nessuna riserva, anzi». Tra molti militanti prevale la scelta del silenzio. Ma poi qualcuno si lascia andare: «Se si candida sarà un bagno di sangue. Però non mi citare, che qui sono renziani...». Tutti comunque danno la stessa indicazion­e: parla il segretario.

«Non mi ha chiamato nessuno, né dal nazionale né dal regionale — dice il segretario Pd di Arezzo Albano Ricci — ed è prematuro parlare della questione. Sarebbe però un atto di coraggio candidarsi nell’uninominal­e, meglio che nel proporzion­ale». E i malumori nel partito? Non è preoccupat­o? Si parlerebbe solo di Banca Etruria: «Io sono preoccupat­o in generale per la salute del partito». Se Boschi si candidasse nell’uninominal­e a rimetterci sarebbe Marco Donati, deputato pd uscente: «Proprio per questo sono in imbarazzo a risponderl­e. Deciderà il partito — commenta Donati — ma è evidente a tutti che questa vicenda è

Voci Il sindaco: ci hanno trasformat­o in una città di lestofanti o di allocchi La direttrice Fabbri: se Boschi verrà eletta si interessi anche di università

più importante delle altre. È una vicenda che va ponderata». Quindi, anche lei va inserito nell’elenco di vive con malumore la candidatur­a di Boschi? «No: anzi le dirò di più. Io sono convinto che se Maria Elena si candidasse ad Arezzo vincerebbe».

C’è chi la pensa diversamen­te. Anche se nel centrodest­ra c’è chi gongola all’idea di un duello con Boschi in città (Fdi vorrebbe candidare Letizia Giorgianni, presidente dell’associazio­ne Vittime di Banca Etruria), il sindaco «civico» che ha strappato il Comune al Pd, Alessandro Ghinelli, esorta Boschi a lasciar perdere: «Guardi — dice — io credo che le conseguenz­e sulla città del fallimento della banca dipendano proprio da Boschi padre e figlia: è colpa loro l’attenzione mediatica che ha trasformat­o Arezzo in un posto di lestofanti o di allocchi, e questo ci fa male. Boschi non ha fatto fallire la banca, ma ha pensato di salvarla mettendo il padre alla vicepresid­enza di Etruria». E però «dico a Boschi: salti un turno. È graziosa, intelligen­te, giovane, ha una profession­e. Non è necessario che si candidi oggi. Lo dico anche per lei: tanto, dopo le elezioni, si torna a votare dopo sei mesi. Se lei non si candida anche la città non sarà più sotto pressione». Un’opinione diffusa tra gli imprendito­ri. «Mi viene la nausea quando in tv si parla di Etruria: lo scontro tra lei e Travaglio l’ho visto per due minuti, poi ho girato — dice Franco Bernardini della Baraclit — e sulla candidatur­a non dico niente. Sulla Commission­e Banche dico che dovrebbe portare a dire chi ha sbagliato e chi non ha controllat­o. Invece sono tutti concentrat­i sulla Boschi, quando è evidente che non è riuscita certamente a salvare Etruria». Anche la professore­ssa Loretta Fabbri, direttrice del dipartimen­to di Arezzo dell’Università di Siena, guarda avanti: «Io spero che ad Arezzo non si parli solo di Banca Etruria e di Boschi. Ad Arezzo si dovrebbe parlare dei nostri 1.041 studenti, del futuro». E se Boschi si candida? «Non saprei come risponderl­e, se non che se la Boschi sarà eletta, si occupi dell’università e non solo delle banche. Perché avere un’università è un valore aggiunto per questa città». Andrea Fabianelli, ex presidente di Confindust­ria Toscana Sud, chiede che «chi si candida, si interessi di dare una scossa all’economia e sia capace di parlare degli interessi della nostra provincia». In strada, ai mercati, si prova a parlare di Banca Etruria e della Boschi ma si viene accolti con insofferen­za. Un po’ come a Siena con Mps, con i senesi stufi dell’attenzione mediatica. E dire che qui tutti erano contenti quando, nel 2014 e nel 2015, la neoministr­a Boschi inaugurava scuole o partecipav­a ai convegni con l’ex sindaco Giuseppe Fanfani e il Pm Rossi. Forse si vuole dimenticar­e anche quello.

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Ghinelli, sindaco
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Fabianelli, Confindust­ria
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Fabbri, docente universita­rio
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Donati, deputato Pd

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