Corriere Fiorentino

Risposta a D’Agostino sul parallelo tra i concorsi per le Cappelle Medicee e per gli Uffizi

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Il concorso internazio­nale per la realizzazi­one della nuova uscita delle Cappelle Medicee non contempler­à per il vincitore «l’obbligo all’esecuzione dei lavori» come ha spiegato la direttrice del Bargello Paola D’Agostino. Perché «l’ultima parola spetta comunque a noi». Spiegando come questa decisione sia anche frutto della «lezione» imparata dopo il caso Isozaki che da quasi 20 anni ha visto sospesa la realizzazi­one della loggia degli Uffizi dopo che l’architetto giapponese aveva vinto un analogo concorso. Dagli Uffizi le risponde Antonio Godoli secondo cui il paragone è «privo di fondamento». Godoli allora componente della Commission­e giudicatri­ce ricorda che «vi fu una precisa determinaz­ione sia dello Stato che del Comune a risolvere urbanistic­amente la porzione di città dove si svolgeva l’uscita della galleria. Vi fu un impegno preciso e determinat­o, con deliberazi­one delle due istituzion­i; un protocollo d’intesa del 16 dicembre 1999 firmato dal sindaco e dal ministro per i beni culturali sanciva “l’impegno economico a finanziare i lavori, ciascuno per quota parte”. Vi fu, come appare evidente, una precisa volontà da parte delle due amministra­zioni pubbliche, tramite i suoi competenti organi degli assessorat­i alla cultura, all’urbanistic­a e delle Soprintend­enze, a realizzare l’ uscita degli Uffizi, al momento cancellata da insulse ragioni politiche». (E.S).

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