SE IL MAGNATE PRENDE CASA NEL CHIOSTRO
(p.e.) Salvo smentite, il magnate argentino Alfredo Lowenstein ha dunque ottenuto in affitto uno degli appartamenti che si affacciano sul chiostro di San Lorenzo. Un bilocale che lui ristrutturerà a sue spese, come si è precipitato a precisare il priore Marco Viola. È stata Repubblica
Firenze a rivelare l’accordo, che rientra in un piano di lavori nei locali di proprietà della basilica, dove troveranno posto anche un bookshop e una caffetteria con sedie e tavolini all’interno del chiostro che sarà così aperto al pubblico. A Lowenstein, proprietario della villa medicea di Cafaggiolo (da trasformare in in un resort extra lusso) e dell’ex caserma sulla Costa San Giorgio (sempre con destinazione alberghiera) non si può contestare alcunché. Se ne apprezza il gusto architettonico che lo sta portando a prendere casa nel cuore della Firenze brunelleschiana e semmai ci possiamo solo augurare un sovrappiù di generosità a vantaggio di tutta la città. Quanto al successore di don Angelo Livi (che dirà da lassù?), invece, colpisce il piglio imprenditoriale con cui vuole svecchiare la gestione di San Lorenzo. La ricerca dell’efficienza è un merito, non un peccato. Però. Però, viste anche tutte le «case ferie» guidate da suore che sono spuntate in città, viene un dubbio: quando il Papa raccomanda accoglienza alle parrocchie e a tutta la Chiesa si riferisce ai migranti oppure ai turisti e ai magnati mondiali?