Ddv: lo stadio non dipende da noi Comune verso la proroga: l’ultima
Slitta ancora la presentazione del progetto definitivo. Il sindaco: «Noi rispondiamo con i fatti»
Costruire un nuovo stadio a Firenze «dipende da altri fattori e non da noi. E comunque se Firenze avrà uno stadio nuovo saremo tutti contenti. Speriamo ci sia modo di farlo in fretta, non dipende da noi». Le parole di Diego Della Valle, proprietario della Fiorentina, rimbalzano da Arquata e fanno rumore a Firenze. Dopo mesi di accelerate e frenate, c’è un altro capitolo di incertezza? «Noi rispondiamo non con le parole, ma con i fatti. E i fatti che riguardano l’amministrazione comunale li conoscono tutti» è la risposta del sindaco Dario Nardella. Ma la vera notizia è che, al netto delle dichiarazioni su cui speculare, ci sono davvero tanti atti: da parte di tutti.
Ieri infatti è arrivata la richiesta di proroga da parte della società viola: la manifestazione di pubblico interesse infatti scade il 31 dicembre. Per proseguire con il project financing, la Fiorentina doveva chiedere altri mesi di proroga (la seconda). Il Comune è pronto a dargliela, ma è l’ultima: vuole anche vedere se la società è andata avanti nella progettazione. Per questo sarà anche l’ultima: sarebbe imbarazzante, soprattutto nei confronti di enti di controllo, proseguire solo con le proroghe. Anche perché l’amministrazione si sente di aver fatto tutto quello che era nelle sue possibilità per portare avanti il progetto del nuovo stadio, della Cittadella viola, arrivando fino a fare una variante al vecchio Piano di Castello, ora nelle mani di Unipol. E la Fiorentina ha infatti chiesto una proroga, che duri 6 mesi dall’approvazione della variante.
La variante, si è saputo ieri in Commissione urbanistica, potrebbe arrivare già a marzo. Con una diminuzione di superficie edificabile, ma soprattutto una modifica delle previsioni. Un progetto che cambia quanto già concesso nel Piano di Castello, e sul quale potrebbe nascere un contenzioso con Unipol. Ma qui arriva il terzo soggetto: Toscana Aeroporti.
La società dello scalo di Peretola infatti deve già espropriare una ventina di ettari di Castello per la nuova pista. Potrebbe essere interessata ad acquisire anche altre zone, dove sono previsti nella variante di Castello spazi commerciali e un albergo. Ma, per evitare ricorsi di Unipol sia contro se stessa sull’esproprio che contro il Comune per la variante, Toscana Aeroporti potrebbe acquistare tutta l’area, vendendo poi (a prezzo di acquisto, onde evitare contenziosi e rilievi sia politici che penali) il resto delle aree, sia quelle per fare la nuova Mercafir che le altre (magari, anche ai Della Valle, per altri spazi a funzione della Cittadella Viola e dello stadio). Velocizzando così l’operazione di costruzione della nuova pista, che potrebbe partire prima possibile (e fare subito gli utili necessari per ripagare l’investimento). Uno scenario di cui avrebbero parlato i vertici delle due società, quella di Eduardo Eurnekian e Unipol.
Ma ovviamente, niente di ufficiale ci sarà prima dell’approvazione della variante su Castello, sulla quale sono emersi ieri in Commissione alcuni aspetti da chiarire, come per esempio chi dovrà occuparsi delle spese di gestione del parco da 80 ettari previsti nella prima convenzione: «Le convenzioni non si firmano in modo unilaterale», ha spiegato in Commissione la dirigente dell’urbanistica, Stefania Fanfani. Insomma, tra vincoli aeroportuali e clausole da rinnovare, c’è ancora da lavorare. Ma se Ddv ha rinviato la palla al Comune, il patron, suo fratello, Andrea, conferma le intenzioni: «Con i permessi in mano siamo pronti ad accelerare. Siamo ottimisti, vedremo».