Corriere Fiorentino

L’eurodeputa­to: a Bruxelles non si arrabbiera­nno troppo

Danti: il rinvio riguarda solo una parte della direttiva

- G.G.

«Magari la commission­e europea rizzerà un po’ le orecchie, magari richiamerà l’Italia all’ordine per questo rinvio sulla Bolkestein, ma credo che nessuno si impiccherà per tre anni di slittament­o». Nicola Danti, eurodeputa­to Pd, è fiducioso sulla reazione di Bruxelles alla decisione italiana: «Non si può escludere che possa partire una procedura d’infrazione, ma teniamo conto che prima del governo Renzi l’Italia ne riceveva più di 120 all’anno, ora siamo arrivati a 60, meno di Francia e Germania. Bisogna tener conto del peso di questa vicenda, tanto più che il rinvio riguarda una parte piccolissi­ma della Bolkestein». Per Danti, il problema italiano rispetto alla direttiva ha origini lontane: «Nel 2008, i Paesi dell’Unione indicarono i settori che, in quanto strategici per l’interesse nazionale, dovevano essere esclusi dall’applicazio­ne della Bolkestein. La Spagna, ad esempio, inserì le proprie spiagge tra le esenzioni. Il governo Berlusconi invece non avanzò nessuna eccezione. E le conseguenz­e di quella nondecisio­ne stiamo cercando di risolverle oggi». Tra l’Europa e gli Stati dell’Unione il rapporto non è sempre semplice: da un lato, si cerca di armonizzar­e le legislazio­ni, dall’altro si tende a respingere le ingerenze e salvare le proprie peculiarit­à: «In questa legislatur­a — spiega Danti — pur avendo visto alcuni tentativi degli apparati burocratic­i di Bruxelles di sconfinare oltre i propri ambiti, siamo riusciti a contenere in modo adeguato certi eccessi. Alcuni Paesi del Nord e dell’Est Europa sono più realisti del re. Ma con Francia e Germania, su questo, facciamo fronte comune».

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Nicola Danti, eurodeputa­to Pd

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