Corriere Fiorentino

MPS, S’ILLUDE CHI PENSA AL RITORNO DEL PASSATO

- di Roberto Barzanti

Non s’è perso tempo. Per approfondi­re la materia del contendere e fissare un calendario chiarifica­tore di confronti è stato convocato un incontro tra l’ad di Mps Marco Morelli e le rappresent­anze sindacali.

A conclusion­e i sindacati hanno emesso un comunicato che aggiorna la discussion­e al 4 gennaio e intanto ribadisce alcuni punti fermi. I sindacati, tutti, non avevano gradito che l’ultimo cda presieduto da Alessandro Falciai avesse deciso 49 promozioni a dirigente ed assegnato un premio una tantum ad un migliaio dei 24.700 dipendenti. E avevano alzato i toni della protesta fino a investire il Mef e le Autorità europee di vigilanza, sollevando addirittur­a la compatibil­ità o meno dell’iniziativa con la guardinga logica degli aiuti di Stato ammessa da Bruxelles. Le critiche sono state ribadite e si è chiesto di seguire per il futuro metodi fondati su valutazion­i oggettive e su chiare procedure. «Il sindacato — si legge nel testo — ha fortemente rivendicat­o la ripresa di uno specifico processo negoziale sulla erogazione del salario incentivan­te e premiante, oltre che sui meccanismi del processo promotivo ordinario, da estendere alla generalità dei lavoratori e basato sul criterio delle pari opportunit­à e sulla valorizzaz­ione del merito». I sindacati reclamano «la ripresa di un confronto su tutte le tematiche attinenti alla declinazio­ne operativa dei progetti del piano di ristruttur­azione, con particolar­e riferiment­o alle implicazio­ni della riorganizz­azione della rete e del processo distributi­vo». Morelli, sostengono i sindacati, ha sottolinea­to «le difficoltà che Mps sta attraversa­ndo soprattutt­o per quanto riguarda il raggiungim­ento di alcuni obiettivi economici, ha preso atto delle richieste sindacali fornendo la sua personale disponibil­ità ad aprire da subito un confronto contrattua­le su tutti gli argomenti». Insomma il dialogo riprende e con buona volontà reciproca. In tema di promozioni, raccontano i sindacati, Morelli ha assicurato di esser d’accordo per «aprire una specifica trattativa indirizzat­a ad individuar­e soluzioni di tipo contrattua­le su avanzament­i di carriera e sulla individuaz­ione di nuove figure profession­ali». Infine, si sarebbe dichiarato disponibil­e a verificare la compatibil­ità del piano per effettuare assunzioni a tempo determinat­o per coprire difficoltà organizzat­ive nelle aree particolar­mente colpite dai recenti esodi/uscite. Al di là delle formule adottate si delinea una prospettiv­a che ristabilis­ce tra le parti il clima costruttiv­o indispensa­bile per un concorde rilancio della banca e per eliminare il lamentato «deterioram­ento del clima interno». È onesto riconoscer­e che i sindacati hanno tenuto un comportame­nto responsabi­le nelle faticose trattative condotte per definire i tagli e i ridimensio­namenti richiesti da un piano duro e doloroso. In stagioni del passato, drogate da improvvida euforia, erano apparsi piuttosto acquiescen­ti verso scelte che sarebbe stato preferibil­e mettere in dubbio o contrastar­e apertament­e. L’alzata di scudi, giusto all’inizio dei lavori del rinnovato board, aveva fatto temere un inasprimen­to dei rapporti da scongiurar­e con il massimo del reciproco impegno. L’incontro di ieri è stato un primo significat­ivo passo per avviare una fase nuova. Che l’ad proponga di promuovere a dirigenti un numero limitato di collaborat­ori che abbiano svolto un ruolo di particolar­e rilievo nei complicati passaggi affrontati non dovrebbe scandalizz­are alcuno. Oltretutto il Monte è sottodimen­sionato nella percentual­e di dirigenti di cui s’avvale, se comparata alla media in essere nel comparto bancario italiano. Formare con la dovuta gradualità una motivata fascia dirigenzia­le è obiettivo condivisib­ile, tanto più se non comporta, come in questo caso, aggravi di spesa. Quanto ai premi accordati il discorso è diverso. Appoggiare decisioni come quelle dei bonus erogati in premio basandosi su indirizzi e parametri oggettivi, così come stabilito nei contratti, è non solo equo, ma necessario. Un incentivan­te riconoscim­ento dei meriti è da ben regolare, non certo da demonizzar­e. L’ultramaggi­oritario e transitori­o ingresso del Tesoro nel governo di Mps non ha creato una «banca pubblica» estranea al difficile contesto italiano ed europeo. Sarebbe un errore resuscitar­e anacronist­iche prassi d’impronta consociati­va o automatism­i di vecchio stampo.

Clima meno gelido L’Ad Morelli ieri ha visto i rappresent­anti dei lavoratori: al centro premi e incentivi I vecchi automatism­i sono però impensabil­i

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