Corriere Fiorentino

Un giro sui bus, poi i rom tornano in via Lucchese

- J.Sto. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Quasi cento rom, ieri pomeriggio, hanno vagato per le strade di Firenze. Sono saliti sugli autobus tutti assieme, poi sono scesi, alla perenne ricerca di un tetto sotto cui ripararsi, di una struttura (abusiva) dentro cui dormire. Dopo il rogo del capannone all’Osmannoro, dove martedì ha perso la vita un 27enne romeno ipovedente, gli sfollati avevano occupato temporanea­mente l’oratorio della parrocchia San Martino a Sesto Fiorentino. Poi, mercoledì sera, l’irruzione dentro un palazzo vuoto in via Lucchese, proprio di fronte all’ex Osmatex. Hanno dormito dentro questo vecchio palazzo dismesso, vuoto da tre anni, di proprietà della Prelios, una società immobiliar­e. Fino a pochi anni fa era la sede di uffici commercial­i, poi la proprietà ha deciso di metterlo in vendita, senza però trovare un acquirente. I rom hanno posizionat­o qui le loro coperte, i loro zaini, i loro materassi. Poi, ieri mattina, l’arrivo della polizia e della proprietà. Così i rom sono usciti alla spicciolat­a, sono saliti nuovamente sull’autobus, con tanto di zaini e borsoni, per andare a pranzo alla mensa della Caritas di via Baracca. Dopo pranzo, volevano tornare nello stabile di via Lucchese, ma nel frattempo la proprietà ha provveduto a sbarrare gli ingressi. Così i rom sono passati al piano B. E si sono diretti alle Bagnese, ancora a bordo dei mezzi pubblici, per far tappa all’ospedale di Torregalli. Si sono piazzati dentro le sale d’attesa, per ripararsi dal freddo ed escogitare un nuovo piano. Infine nel tardo pomeriggio hanno deciso di far ritorno al punto di partenza, allo stabile di via Lucchese. Sono riusciti a forzare le protezioni e sono entrati nuovamente nella struttura. Una struttura di cinque piani che versa in condizioni di visibile degrado. Stanze vuote e piene di polvere. Per terra fogli, telefoni rotti, stampanti arrugginit­e, cavi pericolant­i, moquette sdrucita. «Qui è meglio della strada», fanno notare i rom. Con buona pace della proprietà, che ha denunciato l’occupazion­e nella speranza di liberare l’immobile.

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Il capannone di via Lucchese dove si sono rifugiati i rom dopo l’incendio di martedì

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