Il monito del cardinale «Sul biotestamento la coscienza sia libera»
Il cardinale agli auguri di Natale: «La legge sul biotestamento non escluda i cattolici»
Libertà di coscienza e biotestamento: l’arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori, durante gli auguri di Natale all stampa, senza alcuna polemica e con forza, ha voluto ribadire la voce della Chiesa ponendo questioni rilevanti che non possono essere eluse. Prima su tutte quella inerente il ruolo dei cattolici, «che sono parte del Paese», nella legge che disciplina il fine vita: «Non vorrei fosse una legge che li esclude», ha detto Betori che ha anche parlato di accoglienza, dialogo interreligioso, moschea e fake news.
Biotestamento
«In questo Paese tutti hanno diritto alla libertà, meno la coscienza — detto il cardinale che nelle scorse settimane aveva sollevato la sua contrarietà alla legge — Se tutti hanno libertà tranne la coscienza qualcosa non funziona». Betori ha anche sottolineato che «spero che ci sia molta intelligenza, umanità e comprensione» nell’applicare la legge sul biotestamento, perché «per noi cattolici sostenere la vita è fondamentale. Occorre applicare la legge senza infrangere la coscienza. Credo che dovremmo fa valere quell’espressione che sta dentro la legge che dice che il medico non può andare contro la propria deontologia. Questo non è dire che è prevista l’obiezione di coscienza ma è previsto che il medico debba fare il medico e non possa rinunciare a questo. Il problema della legge sta nel fatto che ogni persona è un caso a sé ed è molto difficile applicare questa norma ad ogni caso. Non vorrei che si riempissero i tribunali di ricorsi».
Migranti
Il cardinale ha spiegato che da poche ore, attraverso il corridoio umanitario, è arrivato a Firenze un piccolo gruppo — due eritree, una somala e tre bambini — che sarà ospitato in una casa messa a disposizione dalla parrocchia di Capalle. Ma non è questa l’unica forma di accoglienza della diocesi: «Sono state consegnate le chiavi dell’appartamento solidale di via Corelli. La Caritas, invece, ha da poco aperto una casa famiglia riservata ai ragazzi che, al compimento della maggiore età, si troverebbero fuori ogni forma di assistenza. Lì potranno iniziare a studiare o lavorare». Ma l’arcivescovo ha ricordato anche che «sul piano della carità la nostra diocesi fa davvero tanto: le mense, le case e le reti di distribuzione di cibo e vestiario», mentre sul ragazzo rom deceduto nel rogo all’Osmannoro ha spiegato che su quella vicenda «si sono sommati due problemi: uno è quello delle occupazioni illegali l’altro riguarda la cultura rom che non sembra trovare una forma diversa da quella itinerante».
Dialogo interreligioso e moschea
Per la moschea di Sesto, ha affermato l’arcivescovo, «è stata usata molto la parola “storica firma”: mi piace pensarla invece come una cosa molto ordinaria, perché la collaborazione tra le religioni dovrebbe essere la normalità». «Abbiamo avuto questa possibilità di venire incontro a una richiesta ed è stato importante che venerdì i soggetti fossero quattro: l’istituzione politico amministrativa che rappresenta i cittadini, due confessioni religiose e poi l’istituzione culturale per eccellenza ovvero l’Università». A chi chiedeva del fatto che per il sindaco Dario Nardella quella di Sesto dovrebbe essere anche la moschea di Firenze, Betori ha sottolineato che «a suo tempo fui insultato quando dissi che la città non aveva bisogno di una moschea ma di più moschee. Ribadisco l’idea che noi dobbiamo rispondere ai bisogni della gente e non fare degli emblemi. I musulmani che stanno su questo territorio hanno bisogno di uno o più luoghi di culto? Questo ce lo possono dire le comunità musulmane».
Fake news e il messaggio del Papa
«Come ha raccomandato Papa Francesco bisogna amare la verità ed essere onesti con se stessi e con gli altri; vivere con professionalità e rispettare la dignità umana. Bisogna stare attenti alle fake news, C’è sempre più bisogno di buone notizie e per questo vorrei segnalare e complimentarmi con il Corriere della Sera per l’ iniziativa Le buone
notizie, che difficilmente si trovano nelle pagine interne».
Francesco e la Curia romana
Infine su Papa Francesco: «Il bisogno di cambiamento era avvertito da tutti. Non parlerei di opposizioni a Papa Francesco ma di maggiore o minore fatica a esercitare il discernimento, che credo sia la parola chiave di questo pontificato. Anche nella diocesi di Firenze c’è chi fa più fatica a interpretare il nuovo percorso. Io per esempio faccio meno fatica perché quei criteri li trovo nel mio bagaglio formativo, spirituale e pastorale».
La moschea La collaborazione tra le religioni dovrebbe essere la normalità. Se servono più moschee vanno fatte
Le fake news Come ha detto il Papa bisogna amare sempre la verità ed essere onesti con se stessi e gli altri
L’accoglienza Attraverso il corridoio umanitario abbiamo accolto tre bambini e tre donne dalla Libia