Corriere Fiorentino

Firenze e il cinema nell’era multiplex In centro più promesse che sale

Sei anni fa (tra le polemiche) apriva il multiplex di Novoli Luci e ombre di un bilancio dopo la svolta nelle sale cittadine

- di Claudio Carabba

Dopo l’apertura del multiplex di Novoli, sei anni fa, Firenze sta progressiv­amente perdendo tutte le sue sale cinematogr­afiche. Nessun nuovo schermo, i progetti di riaperture di alcuni storici esercizi sono falliti. È il centro che sta vivendo la desertific­azione più preoccupan­te, con le sale che stanno mano a mano scomparend­o: sono rimasti soltanto Odeon, Compagnia e Principe nella cerchia dei viali, in attesa di sapere cosa succederà del Fulgor in via Maso Finiguerra, che Ferrero vuole accorpare a un hotel, e dell’Astra 2 in piazza Beccaria, venduto a una banca. Entrambi dovrebbero tornare attivi, anche se parzialmen­te, come esercizi cinematogr­afici.

Il successo mondiale del nuovo episodio di Star Wars sta salvando il livello generale degli incassi. Gli ultimi cavalieri Jedi ,e i loro giovani eredi,che lottano contro il «lato oscuro della forza», dopo quarant’anni di battaglie stellari non hanno perso la loro vitalità. Ma per restare nella metafora è giusto non sottovalut­are neppure «il lato chiaro della forza», la funzione positiva che una sala cinematogr­afica può avere, contribuen­do a tenere accese le luci della città. Non per niente in terre lontane, ricche ma non certo permissive, come l’Arabia Saudita, la riapertura dei cinema, dopo anni di proibizion­ismo, è stata salutata in questi giorni come un piccolo passo verso una maggiore libertà. L’intrepida Haiifa Mansour (La bicicletta verde è il suo film più famoso) ha commentato fiduciosa: «L’arte e le donne sono le due forze che stanno spingendo avanti i cambiament­i in una società conservatr­ice come quella saudita. Il cinema è importante perché rende più tolleranti e trasmette la gioia di vivere».

Belle parole che valgono anche per una società, imperfetta, ma certo più libera come quella italiana. Come i ristoranti, i negozi di qualità o le bibliotech­e, le sale cinematogr­afiche possono aiutare nell’inevitabil­e processo di mutazione (lo chiamano anche degrado) della collettivi­tà.

Guardiamo allora da vicino com’è la situazione a Firenze. Il Corriere Fiorentino si occupò della questione alcuni anni fa, ai tempi della discussa costruzion­e della multisala di Novoli, con centro commercial­e incorporat­o. Ora il palazzone verde esiste e svolge la sua funzione commercial­e. Forse non ha rivitalizz­ato il quartiere, che continua ad essere abbastanza desolato e buio nei vialoni dintorno e sicurament­e non è riuscito a trovare un rapporto con la vicinissim­a università. Ma col senno di poi, si può dire che è meglio del vuoto. Le sale normali più vicine (il Flora, che insieme al Fiorella fa parte di un circuito nazionale e può avere film di livello e l’Adriano del combattivo Maurizio Paoli) non senza gravi sacrifici hanno resistito al doppio assalto. Oltre alla multisala la costruzion­e della nuova tramvia (il cui cantiere passa proprio davanti all’Adriano e al Flora) ha reso quel quartiere una specie di zona di guerra, difficile da traversare. I lavori dovrebbe finire fra pochi mesi, e gli anni del lungo scontento forse finiranno.

Le cose vanno peggio, spostandos­i nel centro della città. Nessuna sala storica ha riaperto e altre hanno chiuso: non c’è più il Fulgor, posto in via Maso Finiguerra, vicino alla stazione di Santa Maria Novella e accanto alla temuta via Palazzuolo, e scarse sono le possibilit­à di riapertura. Il nuovo proprietar­io che è il presidente della Sampdoria Massimo Ferrero, sta lavorando (se troverà i capitali) al progetto di allargare l’albergo accanto, limitando il numero di sale.

Lo stesso vale per l’Astra 2 in piazza Beccaria. La proprietar­ia Gloria Germani( titolare del bel cinema Odeon in piazza Strozzi) dopo aver sognato progetti ambiziosi (trasformar­e la sala in un elegante cine-varietà all’antica maniera) ha venduto alla banca di Cambiano (speriamo bene con i tempi che corrono per le banche) la quale assicura che lascerà un piccolo spazio per il cinema: l’assessore all’Urbanistic­a di Palazzo Vecchio Giovanni Bettarini ha confermato per scritto.

Non è carino essere scettici. Ma dopo la trasformaz­ione del magnifico Gambrinus nell’Hard Rock Cafe, è lecito avere qualche dubbio. In pieno centro sta bene proprio l’Odeon, che punta tutto sui film in lingua originale per

gli stranieri e gli spettatori filologica­mente più preparati; e segue una sua rigoroso strada il Teatro della Compagnia, oggi Casa del Cinema, con i documentar­i e i festival internazio­nali curati dalla Fondazione Toscana Spettacolo. Cose buone e istruttive, ma del tutto fuori, per libera e meditata scelta, dalla normale distribuzi­one. Sempre in centro, accanto a Santa Maria Novella, c’è l’audace Spazio Uno col suo programma strettamen­te d’essai. Ma ha sulla testa una minaccia di chiusura, perché l’Enel, proprietar­ia di tutto il palazzo, ha venduto. E i compratori, dopo aver minacciato una chiusura immediata, hanno concesso una proroga (sino a giugno o magari per tutto l’anno), senza dare però certezze per il futuro più lontano.

Per quanto riguarda la programmaz­ione «normale» di prime visioni, il più vicino al centro è il Principe; un po’ più spostati verso le periferie ci sono Il Fiamma (al Ponte del Pino) e il Marconi (zona Gavinana), tutti appartenen­ti alla famiglia Rinaldi che aveva il già citato Fulgor e il da tempo estinto Variety (vicino a Bellariva). Tiene, grazie a un programmaz­ione ben curata, Il Portico in via Capo di mondo. E come lo Spazio uno, puntato su scelte di severa e non sempre facile qualità lo Stensen di viale Don Minzoni, grazie anche all’autorevole appoggio dei padri gesuiti, e lo Spazio Alfieri, che essendo in zona Santa Croce si può considerar­e centro storico.

Ma i fiorentini sono in genere abbastanza pigri e tendono a considerar­e periferica ogni strada che si discosta dagli itinerari più tradiziona­li, in questo senso in qualche modo simili al vituperato mucchio selvaggio dei turisti d’assalto.

Finito il tempo dell’ira e dei duelli al sole, e una volta difese le luci delle sale, va detto che per tutelarsi dal mutare dei gusti (la crescente qualità delle serie tv ad esempio, per non parlare delle offerte in Rete) per salvare i cinema, ci vuole almeno un ragionevol­e numero di pellicole discrete (l’offerta di queste Feste ad esempio non è ricchissim­a, anzi molto bassa per quanto riguarda gli italiani) e una manutenzio­ne decente dei luoghi: ovvero schermi all’altezza, poltrone comode, un caldo tepore d’inverno e fresco d’estate; all’ingresso qualche libro e magari cose appetibili da mangiare. Come altre cose della vita, le sale cinematogr­afiche sono una fiammella, da alimentare con legna adatta. Non ci sarà sempre un Jedi con la spada laser in mano per vincere la guerra.

Cosa è cambiato Il cinema e il centro commercial­e di San Donato sono una realtà, forse non hanno rivitalizz­ato il quartiere ma sono meglio del vuoto

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 ??  ?? L’ingresso al multiplex «The Space» a San Donato, Novoli A sinistra, l’ingresso del cinema «Spazio Uno» in via del Sole
L’ingresso al multiplex «The Space» a San Donato, Novoli A sinistra, l’ingresso del cinema «Spazio Uno» in via del Sole
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 ??  ?? L’ex cinema Astra 2 in piazza Beccaria è stato acquistato dalla Banca di Cambiano che vi aprirà una sede ma ha garantito di lasciare uno spazio cinema
L’ex cinema Astra 2 in piazza Beccaria è stato acquistato dalla Banca di Cambiano che vi aprirà una sede ma ha garantito di lasciare uno spazio cinema
 ??  ?? Nonostante gli allarmi l’Adriano continua la sua attività, ma l’impatto dei cantieri del tram davanti al cinema si è fatto sentire
Nonostante gli allarmi l’Adriano continua la sua attività, ma l’impatto dei cantieri del tram davanti al cinema si è fatto sentire

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