Chi apre e chi no Assalto all’Ikea, boutique semideserte
Semi-vuote le boutique del centro: «I clienti entrano solo per cambiare le taglie dei regali»
Negozi e supermercati aperti nei giorni di festa, sì o no? Il dibattito non è spento (anche il cardinale Betori ne ha parlato nell’omelia di Natale): intanto, ieri, una piccola folla si è riversata a fare acquisti.
Che sia Santo Stefano o Capodanno, «la spesa s’ha da fare». E così ieri, in una Firenze presa d’assalto dai turisti, sono stati molti i negozi che hanno deciso di tenere alzati i bandoni. A rimanere aperti soprattutto i supermercati e i negozi di franchising, ma anche alcune le librerie — Feltrinelli sì e Ibs no — e qualche profumeria. Mentre la Rinascente e le boutique dei grandi marchi, come Gucci, Armani, Dolce Gabbana, Tod’s, Louis Vuitton, e poi Apple, Zara, H&M e anche l’outlet di Barberino e il centro commerciale «I Gigli» hanno deciso di restare chiusi sia il 25 e che il 26 dicembre. «Oggi (ieri, ndr) saranno entrati forse 100 clienti — dice una dipendente di Calzedonia — e di questi solo un 10 per cento ha comprato un prodotto, tutti gli altri sono entrati per dare uno sguardo o per cambiare le taglie dei regali. Insomma, chi pensava che a Santo Stefano avremmo incassato fior di quattrini si è dovuto ricredere…». Effettivamente, nonostante le strade del centro, ieri, fossero zeppe di gente in pochi hanno deciso di fare acquisti. E proprio le scarse prospettive di guadagno, evidentemente, hanno indotto tanti esercenti a desistere, prima ancora della considerazione che una simile apertura avrebbe avuto costi ingenti in termini di straordinari per chi avesse mobilitato i commessi. «Abbiamo già visto in passato il risultato di questi giorni natalizi — nota il responsabile di una importante catena di abbigliamento a cui è toccato lasciare la famiglia a casa tutto il giorno e lavorare a Santo Stefano — perciò è inutile fare sforzi, soprattutto per i piccoli negozi. Da un punto di vista etico, se la gente ha la possibilità di restare a casa è meglio. Prenda oggi (ieri, ndr) per esempio, dalle 9 di stamattina avrò battuto 50 scontrini, e il più alto è stato di 55 euro. È stata più la spesa che l’impresa, ma diversamente non si poteva fare». Discorso diverso per i supermercati: Conad, Carrefour, Crai e Despar, dove si sono registrare anche lunghissime file alle casse o ai banconi della salumeria (Esselunga e Coop invece hanno deciso di rispettare i giorni di festa e di tenere chiusi centri commerciali e i supermarket). Ne sa qualcosa chi ha avuto la malaugurata idea di entrare nel Conad City di via Pietrapiana o in quelli in Borgo San Lorenzo e via de’ Bardi. Stesse scene in piazza dei Cimatori e via Santa Monaca.
I Carrefour Express, che hanno tenuto i negozi aperti per 4 ore anche il giorno di Natale («nonostante la festa i clienti sono stati più di 200 e tutti fiorentini», dice un responsabile della filiale di piazza Tasso) e per Capodanno si sono portati avanti: davanti a tutti i supermercati, infatti, c’è un grosso cartello giallo che avverte: «Il 1° gennaio aperti dalle 9 alle 21». Ma chi ha deciso di «sacrificarsi» per Natale e San Silvestro (dietro incentivo economico) non sembra poi così scandalizzato: «Chi oggi contesta le aperture festive forse non è mai andato in Giappone o negli Stati Uniti dove puoi fare acquisti di giorno e di notte — racconta un dipendente della catena francese — A noi non ci ha obbligato nessuno. Abbiamo dato la nostra disponibilità su base volontaria. E comunque, con i tempi che corrono meglio lavorare…». Lo sanno bene all’Ikea di Sesto Fiorentino dove ieri si è riversata una fiumana di gente, tanto che trovare parcheggio ha assunto i contorni dell’impresa titanica. E all’interno: musiche natalizie interrotte solo dalla voce suadente delle promozioni: «Approfittate dello sconto sul salmone affumicato. Lasciatevi sorprendere dalla bottega svedese».
Svedese come i colori sgargianti di questo blocco di cemento: blu intenso, giallo abbagliante. E sotto, un formicolio di clienti. Famiglie con bambini, coppie, giovani, anziani. Sembra il giorno delle grandi occasioni. Corsie affollate, reparti presi d’assalto. Una ragazza si tuffa sul Malvik, il materasso con base a doghe, un bambino è rapito dai peluche a forma di palla da biliardo, una giovane coppia litiga sul divano da acquistare. Metri di carta, depliant plastificati, cascate di lapis per segnare le misure. «Venire all’Ikea per Santo Stefano? È il modo migliore per investire i soldi che mi hanno regalato le zie a Natale», dice un ragazzo.