Corriere Fiorentino

UNA PARODIA DELLA LAICITÀ

- di Gaspare Polizzi

L’accordo per la costruzion­e della prima moschea fiorentina, siglato in clima natalizio tra il cardinale Giuseppe Betori, il rettore Luigi Dei, il presidente dell’Associazio­ne per la Moschea di Firenze Izzedin Elzir e il sindaco di Sesto Lorenzo Falchi non può che essere salutato con soddisfazi­one dagli uomini di buona volontà. Il protocollo prevede la costruzion­e di una moschea e di un centro di cultura islamica su un terreno venduto alla comunità islamica dall’Arcidioces­i, che a sua volta ha ottenuto la cessione onerosa da parte dell’Università di un’area agricola non lontana, dove si potrà edificare un’eventuale chiesa cattolica. Dopo tanti anni di trattative fallite viene restituita dignità ai musulmani dell’area fiorentina, che praticano la seconda religione più diffusa in Italia, ma sono ancora privi di un concordato con lo Stato italiano, soprattutt­o a motivo delle loro divisioni interne. Si apre, certo, la discussion­e, con qualche punta polemica, se quella di Sesto sarà o no l’unica moschea dell’area fiorentina. Ma è rinviata al futuro. Oggi questo atto di avviciname­nto interrelig­ioso fornisce un bell’esempio per una città che vuole richiamare lo spirito di pacificazi­one religiosa e di integrazio­ne culturale sostenuto da Giorgio La Pira.

La vicenda dispiacerà agli estremisti di destra e ai fanatici islamici; ce ne faremo una ragione. Più preoccupan­te è stato il voto contrario dei due membri del Cda dell’Ateneo di nomina studentesc­a, Alessandra Baravaglia, dell’Unione degli Universita­ri, e Lorenzo Zolfanelli, degli Studenti di Sinistra. Baravaglia ha dichiarato a la Repubblica: «L’Università deve essere un luogo dove si rispetta la laicità e non capiamo cosa c’entri la Curia». E Zolfanelli ha aggiunto: «Nessuna contrariet­à alla moschea, anzi. È la contropart­ita il problema. L’idea che in un’area centrale ci sia un luogo di culto va contro la laicità». La migliore risposta l’ha fornita il rettore Dei su Facebook: « L’Università è per sua natura luogo di dialogo, tolleranza, rispetto di tutte le idee, credo religiosi e opinioni. Laica perché antidogmat­ica. Antidogmat­ica, perché riesce a discernere che cedere un proprio terreno per l’eventuale edificazio­ne di un luogo di culto di una religione, affinché si realizzi un dialogo interrelig­ioso, intercultu­rale e interetnic­o senza precedenti con l’edificazio­ne certa di un luogo di culto di un’altra religione a pochi metri di distanza, non è contravven­ire al principio di non privilegia­re alcuna religione».

«Bensì partecipar­e a un’operazione che finalmente garantirà uno dei diritti fondamenta­li previsti da uno Stato laico». L’astrattezz­a dogmatica degli studenti è proprio l’opposto della laicità che cerca soluzioni. Se gli islamici potranno infine esercitare con dignità la loro libertà di culto ne guadagnera­nno convivenza civile, sicurezza e integrazio­ne. Cioè tutti noi.

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