Corriere Fiorentino

Se il viaggio dei migranti diventa un fumetto

Le 44 strisce di Simone Pieralli raccontano le storie dei profughi del centro di Rifredi

- Jacopo Storni

migranti sono uccelli migratori in cerca di un habitat migliore, gli operatori sociali sono panda in via d’estinzione. Rappresent­ati in questo modo, migranti e operatori sociali del Centro Paci di Rifredi sono diventati un fumetto di 44 pagine, firmato dal disegnator­e Simone Pieralli. I migranti hanno il becco pronunciat­o e le gambe veloci, sono raffigurat­i come uccelli perché trascorron­o l’esistenza a spostarsi da un luogo a un altro, da un nido a un altro, sempre alla ricerca di una casa, sempre alla ricerca della propria identità messa a repentagli­o. Gli operatori socia- li hanno il muso bianco e le orecchie nere, sono panda, animali in via d’estinzione perché oggi, in questo mondo segnato da guerre, muri e fili spinati, è sempre più raro scegliere un lavoro per aiutare le vite degli altri.

Il fumetto passa in rassegna i viaggi dei profughi, dal deserto al Mediterran­eo. Si vede il mare e s’intuisce la Libia, si vedono gli inseguimen­ti dei poliziotti e s’immaginano le pesantissi­me condizioni di detenzione. E poi c’è l’Italia, con lo sbarco in Sicilia, l’arrivo a Firenze, la vita nel centro d’accoglienz­a, dove la vera sfida diventa trovare un’occupaI E così i disegni raccontano la difficile ricerca di un lavoro adatto a ogni uccello migratore e insieme l’impegno dei panda nel districars­i con la burocrazia per rispondere ai bisogni delle persone assistite. Non basta: perché tra le strisce c’è anche spazio per dare immagini oer raccontare l’incontro con altre culture, le buone pratiche dell’accoglienz­a, le esperienze di riscatto e di ripartenza dopo la fuga da guerre e persecuzio­ni. E soprattutt­o, la pazienza e la dedizione di chi lavora nella struttura, giorno e notte ad ascoltare storie di emarginazi­one e sofferenza, sempre alla ricerca di parole dolci per alleviare il dolore di chi ha visto la guerra, la fame, la povertà.

Il fumetto, frutto di mesi di incontri nel centro d’accoglienz­a, non ha vignette ed è quindi universalm­ente comprensib­ile: «Questi disegni parlano da soli, non hanno bisogno di spiegazion­i o traduzioni — ha detto il disegnator­e Pieralli — Il fumetto è passato di mano in mano, ha raggiunto anche chi parla altre lingue, è servito a strappare un sorriso ai protagonis­ti delle storie». Il fumetto, che sarà diffuso tra i migranti e nei centri d’accoglienz­a fiorentizi­one. ni, si intitola Paci. A true

story, in onore del centro d’accoglienz­a di via Caccini, gestito dalla cooperativ­a Il Cenacolo, che in questi anni è riuscito a garantire a circa il 70 per cento degli ospiti il raggiungim­ento dell’indipenden­za, attraverso il lavoro e l’alloggio.

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In copertina I migranti come uccelli migratori e gli operatori come panda. È l’immagine che campeggia nella copertina di «Paci. A true story»

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