L’ascesa di Monica, tra statistiche, sport e scarpe alla May
È la donna forte della sanità fiorentina e toscana, pronta a diventare il braccio destro di Stefania Saccardi all’assessorato regionale alla salute. Ma Monica Calamai, 55 anni, per ora si tiene stretta la sua carica di direttore generale di Careggi. Per la formalizzazione della nomina a direttore dell’assessorato, decisa e annunciata dal governatore Enrico Rossi, c’è ancora da aspettare almeno fino al 17 gennaio, quando per quella poltrona si chiuderà la selezione pubblica aperta a fine dicembre.
Grossetana di nascita, laureata a Pisa in medicina con 110 e lode, specializzata in management alla Scuola Sant’Anna, nella sua vita ha sempre fatto più il dirigente che il dottore. A parte qualche esperienza nei Sert o co- me medico necroscopo (quello che accerta i decessi), nel ’99 inizia a lavorare alla direzione sanitaria dell’Asl di Grosseto. La scalata è velocissima, tre anni dopo è già direttore sanitario a Siena, poi direttore generale ad Arezzo e Livorno, fino allo sbarco a Firenze nel 2013: direttore generale di Careggi, fortissimamente voluta dal governatore Rossi. La grande novità portata da Calamai nell’ospedale universitario fiorentino è l’introduzione dei numeri per valutare i risultati: statistiche, casistiche, percentuali di successo, chi non sta al passo deve giocoforza recuperare. Rispettata e temuta, riesce ad ottenere molti investimenti per il rinnovo della cittadella, a partire dal nuovo pronto soccorso, diventato anche a seguito della riforma il centro nevralgico da cui si sviluppano tutte le attività sanitarie. Calamai ha creato non pochi malumori, soprattutto con la parte accademica di Careggi, a partire dal nuovo codice etico con cui ha cercato di introdurre una forma di controllo preventiva sulle esternazioni di tutti i dipendenti: la differenza tra il dg e i docenti universitari è emersa anche plasticamente; al loro rigore, al loro stile felpato, lei ha contrapposto dei modi spigliati, persino un abbigliamento da molti ritenuto eccentrico (sono note le sue scarpe in stile Theresa May).
Lei, iper-salutista, la scorsa estate provò a vestire i panni del nuovo conte Cobram: «Mettetevi in forma», disse ai dipendenti annunciando che la palestra e la piscina del Cto sarebbero stati aperti anche per loro, per migliorare lo stato di salute (e quindi diminuire le assenze dovute a malattie) e imparare a fare squadra. Ora l’aspetta, in Regione, il ruolo di direttore dei diritti di cittadinanza e coesione sociale. In pratica, la figura di maggior peso nell’assessorato di Stefania Saccardi, di cui è comunque già diventata da tempo uno dei più fidati consiglieri.