Corriere Fiorentino

Gli affreschi di fango sulle pareti di Base

In San Niccolò l’omaggio all’Arno di Richard Long

- Loredana Ficicchia

Arno e Avon. I due fiumi, rappresent­ati a mani nude e con ampi movimenti circolari sui muri di Base/ progetti per l’arte, a San Niccolò, si specchiano nell’opera site specific di Richard Long. Due affreschi creati col fango secondo il mood dell’artista inglese noto nel mondo per il suo cammino nei paesaggi incontamin­ati, dove è solito lasciare sue tracce, e per avere instaurato un legame tra la Land Art (arte del paesaggio) di cui è tra i massimi esponenti e i linguaggi primitivi. Quella di Long è una pittura spontanea, dove la materia libera l’energia intrinseca: allo stesso modo dell’acqua di un fiume che fluisce verso il mare, il fango fluisce dalle pareti verso il suolo. La mostra (fino al 10 febbraio) pensata dal numeroso gruppo di artisti di Base è un omaggio all’Arno, il fiume di Firenze. Per l’artista l’emozione di ripensare ai suoi luoghi natali, ovvero Bristol, la città attraversa­ta dal fiume Avon. È qui che inizia a sperimenta­re i suoi lavori col fango e con l’argilla, materie saccheggia­te al paesaggio ancora incontamin­ato dove la geinnevati, stualità del segno rimanda ai linguaggi primitivi, alle pitture parietali preistoric­he. «Ho sempre un’idea precisa della forma complessiv­a del lavoro — ha spiegato Long — che è equilibrat­a dalla spontaneit­à dell’esecuzione. La velocità del gesto è importante perché è ciò che crea la traccia del getto, che mostra l’acquosità del fango, e l’acqua è il soggetto e l’oggetto principale di queste opere, mostrandon­e la natura. Sono interessat­o a questa tipicità della varietà cosmica: ogni pietra è diversa, come lo è ogni impronta delle dita, ogni nuvola, ogni getto, ogni camminata; e non si può entrare mai nello stesso fiume due volte».

Long fonda la sua esperienza artistica percorrend­o montagne, vallate, spiagge, deserti e paesaggi disegnando archetipi geometrici con le sue impronte o con i materiali naturali raccolti sul luogo, che sono poi lasciati in situ come traccia. Interventi effimeri documentat­i da fotografie, mappe e testi. L’opera del 1967 A Line Made by Walking ovvero la foto di una linea tracciata camminando su un prato, ha stabilito un precedente nella storia dell’arte concettual­e. Le sue opere oggi sono patrimonio permanente dei più importanti musei internazio­nali tra cui il Centre George Pompidou di Parigi, il Museum of Modern Art di New York, la Tate Britain di Londra, il Guggenheim Museum, lo Stedelijk Museum di Amsterdam e la Hoffmann Collection di Basilea. Base/Progetti per l’arte, il prossimo settembre celebrerà vent’anni di attività con un ricco programma di mostre. Con Roman Ondak, Pierre Huyghe, Ryan Gander, Rossella Biscotti e Saadane Afi. L’attività, iniziata nel 1998, è portata avanti da un collettivo di artisti che vivono e operano in Toscana.

L’artista inglese ha concepito questo intervento per lo spazio no profit di Firenze

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