Ricerca, la Toscana che avanza
Firenze, Pisa, Siena: viaggio nei dipartimenti universitari d’eccellenza premiati nelle classifiche del merito Il rettore Dei: «I riconoscimenti del ministero? Un successo di tutto il sistema»
Sui 180 progetti finanziati nei dipartimenti di eccellenza delle Università dal ministero dell’Istruzione, venti di questi sono degli atenei toscani, per un per un totale di 150 milioni di euro in 5 anni. Un risultato accolto con soddisfazione dai rettori di Firenze, Pisa e Siena e dai vertici delle scuole superiori Normale e Sant’Anna di Pisa, che fotografa una tendenza comune, cioè l’investimento sulla ricerca e sul personale in grado di essere competitivo in ambito nazionale e non solo.
I soldi sono arrivati da Roma con un criterio nuovo. La Finanziaria ha stabilito che una parte del finanziamento ordinario delle università statali fosse destinata ai dipartimenti di eccellenza, sulla base dei risultati della valutazione delle qualità della ricerca e della valutazione dei progetti dipartimentali presentati dalle singole università, premiando così «qualità della ricerca, progettualità scientifica, organizzativa e didattica, nonché in riferimento alle finalità di ricerca del piano Industria 4.0». Il fondo è quinquennale, anche questa è una novità, con erogazioni dal 2018 al 2022 e una dotazione annua di 271 milioni di euro. La «competizione» poi è stata riservata ai primi 350 dipartimenti nella classifica della valutazione della ricerca degli Atenei italiani. «È bene incentivare le eccellenze, facendolo anche con una logica pluriennale che permette di fare una bella programmazione — afferma il rettore dell’Ateneo di Firenze, Luigi Dei — ed è il sistema toscano nel suo complesso, atenei e scuole universitarie superiori, ad uscire bene dalla valutazione sul merito. Meno positivo il fatto che questi fondi non siano risorse aggiuntive, ma facciano parte del fondo di finanziamento ordinario. Dovremo essere bravi noi rettori a non esasperare la concorrenza tra i dipartimenti ed a gestire i dipartimenti non premiati, anche perché siamo atenei generalisti». Sui risultati di Firenze Dei aggiunge: «Rispetto al suo standard di qualità della ricerca che è pari al 3,53 per cento l’Ateneo si è attestato al 5 per cento rispetto al totale delle assegnazioni, con quindi una notevole crescita, dimostrando che nella competizione tra i dipartimenti migliori il nostro peso è ancora maggiore. E ciò è frutto di un percorso partito da lontano, con il mio predecessore Alberto Tesi, che ha puntato sulla qualità della ricerca e sul reclutamento di ricercatori di qualità, linee strategiche che io ho irrobustito. Non solo teniamo i ricercatori bravi, ma li attiriamo dall’estero, grazie anche all’impegno della Regione che non solo finanzia borse di studio ma concorda con le università alcuni bandi per la ricerca, in una sinergia che in Italia forse non ha uguali».
La prima assegnazione è stata resa nota martedì, con Firenze che ha avuto nove dipartimenti premiati, Siena quattro, l’Università per stranieri di Siena uno, Pisa due, due anche la Scuola Normale Superiore di Pisa e due la Scuola Sant’Anna. Solo per l’ateneo fiorentino ci saranno 68 milioni di euro nel quinquennio, per Siena 37,5, per Pisa in totale 45 milioni. «Le Università toscane sono state premiate sulla qualità, valorizzando le eccellenze nei territori— ha sottolineato il sottosegretario all’Istruzione, il fiorentino Gabriele Toccafondi — E arrivano risorse non a pioggia ma con criteri qualitativi e che saranno impiegate per assumere personale, valorizzare talenti e ricerche, rafforzare laboratori e strumenti. La Toscana deve chiedere di proseguire sulla strada del merito, della valutazione, della qualità».
Il rettore di Firenze «La nostra scommessa sulla qualità parte da lontano, con il mio predecessore Tesi»