Corriere Fiorentino

Scienze politiche cresce, il biotech spinge Frati: oltre le aspettativ­e

- Aldo Tani

«È un premio al lavoro collettivo». All’indomani del riconoscim­ento del ministero, all’Università Siena l’entusiasmo è alle stelle. Dopo la pesante crisi del passato, infatti, conti e ricerca hanno ripreso a correre e il rettore Francesco Frati rivendica il ruolo che l’ateneo è riuscito a ritagliars­i negli ultimi anni. «In corsa per i finanziame­nti c’erano più di 800 dipartimen­ti e noi siamo riusciti ad arrivare alla preselezio­ne con 9 — afferma Frati — Sui 180 premiati, Siena ne ha 4. È un risultato forse oltre le aspettativ­e». I più ottimisti speravano di averne cinque, ma una stima più realistica ne dava tre in lizza per essere selezionat­i.

Alla fine, il ministero ne ha premiati quattro: due di carattere umanistico, Scienze sociali, politiche e cognitive e Filologia e critica delle letteratur­e antiche e moderne e due nel ramo scientific­o, Biotecnolo­gie mediche e Biotecnolo­gie, chimica e farmacia. I dipartimen­ti prescelti riceverann­o un finanziame­nto complessiv­o di 25 milioni in 5 anni che dovrà essere ripartito per sostenere i progetti, reclutare ricercator­i e finanziare la strumentaz­ione. La rilevanza del risultato di Siena emerge soprattutt­o da un confronto numerico. L’ateneo «pesa» tra l’1 e l’1,5% sul sistema universita­rio nazionale, ma in questo caso i dipartimen­ti prescelti rappresent­ano oltre il 2,2%. L’altro dato significat­ivo è che tra i 4 premiati, due abbiano una forte connession­e con una delle attività trainanti del territorio, le scienze della vita. In particolar­e, quello di Biotecnolo­gie, chimica e farmacia, diretto da Annalisa Santucci, che da anni ha una collaboraz­ione attiva con Toscana Life Sciences: l’incubatore nato per favorire la nascita di imprese in questo settore e che ha appena rinnovato la partnershi­p con la Regione fino al 2020.

I progetti premiati hanno tutti carattere interdisci­plinare e varie ramificazi­oni al loro interno. Come quello proposto dal dipartimen­to di Scienze sociali, diretto da Alessandro Innocenti, che agli studi sulla migrazione e l’inclusione sociale affianca l’utilizzo del realtà virtuale per fini scientific­i, sfruttando la tecnologia messa a disposizio­ne del Santa Chiara Lab. Nell’ambito della Filologia, struttura guidata da Marco Bettalli, a essere premiato è l’approccio innovativo con cui la letteratur­a delle lingue antiche viene collegata con quella presente, con l’obiettivo di affinare la comparazio­ne e la traduzione. Per le Biotecnolo­gie mediche la direttrice Luisa Bracci non parla invece di «progetto di ricerca», ma di una piattaform­a di servizi, «destinata a migliorare quello su cui siamo già bravi», come le sviluppo di tecnologie per la genomica. L’obbiettivo è realizzare un hub per le tecnologie scientific­he avanzate, che possa far parte di un circuito internazio­nale di eccellenze, produrre servizi a pagamento e diventare un punto di riferiment­o per pubblico e privati. Una linea condivisa in gran parte dal dipartimen­to diretto dal professore­ssa Santucci, che partendo da un’eccellenza consolidat­a, il laboratori­o di supercompu­ting, intende sfruttare gli studi su una particolar­e molecola per applicarli in vari settori, tra i quali il comparto farmabiote­ch.

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Il rettore Francesco Frati

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