Mugello, i sindaci: ora una svolta per la coop Forteto
Apertura al commissariamento
Sul Forteto cade un altro tabù. L’Unione dei Comuni e la Società della Salute del Mugello hanno pronunciato ieri per la prima volta la parola «commissariamento», tra le ipotesi per dare una svolta alla cooperativa Il Forteto e salvarla dalla crisi. A inchinarsi alla sentenza definitiva della Cassazione è stato anche il sindaco di Vicchio, Roberto Izzo, convinto dai colleghi dopo lunghe trattative. Unione e Sds chiedono ora una commissione parlamentare d’inchiesta; aggiungono che per la cooperativa «è necessario superare le contraddizioni ancora presenti» e auspicano «la risoluzione dell’attuale situazione di incertezza organizzativa (non escludendo la necessità di misure estreme tra quelle previste dal Codice Civile, come il commissariamento) pur di scongiurare crisi produttive che si ripercuoterebbero sui lavoratori». «La priorità è salvare i posti di lavoro — dice Paolo Omoboni, presidente dell’Unione — se il Pd ritiene opportuno allontanare lo stand del Forteto dalla festa dell’Unità, è evidente che non è ancora ritenuta un’azienda normale. Quindi qualcosa va cambiato, a partire dal fatto che non basta avere un presidente esterno se la maggioranza della base sociale è ancora quella di una volta». Di altro avviso Confcooperative che invece non tiene conto della sentenza della Cassazione e invita a «non confondere l’esperienza negativa della tragica vicenda del Forteto con l’attività imprenditoriale della cooperativa». Confcooperative ha «piena fiducia nell’attuale management» e dice no a «una etero-direzione». Da parte sua la cooperativa Co&So smentisce di aver firmato martedì una nota assieme a Artemisia e Auser (che riportava la firma di Formazione Co&So Network) in cui si auspicava il commissariamento. Anzi, Co&So ora si schiera per la «continuità aziendale».
L’altro fronte Confcooperative e Co&So danno piena fiducia all’attuale Cda: no all’etero-direzione