Addio a Pancrazi, il marchese del Pinot nero
Nella tenuta di famiglia il vitigno «sbagliato» che fece di Montemurlo una piccola Borgogna
La magia del Pinot nero toscano portava il suo nome. Un vino nato da un abbaglio, ma mai un percorso imprevisto si rivelò tanto provvidenziale. Premi internazionali e riconoscimenti trasversali per Vittorio Pancrazi, il marchese riservato che passava l’inverno a Calenzano e l’estate nella tenuta di Bagnolo, Montemurlo, dove nel 1970 era nato il nettare fortunato. Il figlio geniale di quella terra si rivelò in realtà solo 14 anni dopo, quando un enologo riuscì a risolvere il mistero di quel Sangiovese così elegante, di cui molto si parlava e che attirava l’attenzione Il marchese Vittorio Pancrazi nella sua tenuta di Bagnolo, a Montemurlo. È morto martedì a 78 anni di tanta critica: l’anatroccolo era un cigno. Ad essere impiantati in quell’ettaro di terreno, anni prima, erano stati barbatelli di Pinot nero. Lo sbaglio fortunato sulla vigna è il crocevia della sua vita: venne imputato al vivaista, che fu ben lieto di riconoscere la svista. Anche perché nel frattempo le voci erano passate rapidamente di tavola in tavola e il nome del marchese aveva raggiunto Mosca e Washington, capitali dei principali mercati di esportazione della bottiglia con la sua effige. Gli esperti spiegarono che a Bagnolo, frazione di Montemurlo ai piedi del Monteferrato — a 150 metri sul livello mare — l’escursione termica notturna creava un microclima ideale per la coltivazione di quell’uva. E così il piccolo Comune si travestì da Borgogna. Da qualche anno la produzione e la vendita sono seguite dal commercialista Giuseppe Pancrazi, nipote del marchese che non aveva figli.
Vittorio Pancrazi si è spento martedì dopo una lunga malattia, a 87 anni. Parlava poco, ascoltava molto. «È un momento difficilissimo, in cui scegliamo il silenzio» ha spiegato ieri il suo enologo Niccolò D’Afflitto, dopo la veglia nella cappella della villa. L’umiltà del marchese era nota a coloro a cui lui riservava il piacere della conversazione, come il fattore che seguiva l’andamento della sua terra ed il sindaco di Montemurlo, Mauro Lorenzini, che Pancrazi andava sempre a trovare sul finire dell’estate, prima di far ritorno a Calenzano. «Davanti a una tazza di caffè — ricorda Lorenzini — rievocava gli anni della gioventù, il suo impegno di imprenditore agricolo, il lavoro alla fattoria di Bagnolo, nei cui poderi, tanti anni fa, avevano prestato servizio anche i miei genitori, contadini originari di Cinigiano». Da quelle parti sono in molti a riconoscere la nobiltà d’animo di quella della casata (la moglie, scomparsa da tempo, era erede degli Strozzi, ndr). «Se ne va un vero signore, la sua cordialità, gentilezza e disponibilità, il suo attaccamento verso questa terra — conclude il sindaco — lo distinguevano». I funerali del marchese saranno celebrati oggi alle 10 nella chiesa di San Donato, a Calenzano.
Ultimo saluto La morte a 87 anni dopo una lunga malattia. Oggi alle 10 i funerali a Calenzano