Corriere Fiorentino

Addio a Pancrazi, il marchese del Pinot nero

Nella tenuta di famiglia il vitigno «sbagliato» che fece di Montemurlo una piccola Borgogna

- Giorgio Bernardini

La magia del Pinot nero toscano portava il suo nome. Un vino nato da un abbaglio, ma mai un percorso imprevisto si rivelò tanto provvidenz­iale. Premi internazio­nali e riconoscim­enti trasversal­i per Vittorio Pancrazi, il marchese riservato che passava l’inverno a Calenzano e l’estate nella tenuta di Bagnolo, Montemurlo, dove nel 1970 era nato il nettare fortunato. Il figlio geniale di quella terra si rivelò in realtà solo 14 anni dopo, quando un enologo riuscì a risolvere il mistero di quel Sangiovese così elegante, di cui molto si parlava e che attirava l’attenzione Il marchese Vittorio Pancrazi nella sua tenuta di Bagnolo, a Montemurlo. È morto martedì a 78 anni di tanta critica: l’anatroccol­o era un cigno. Ad essere impiantati in quell’ettaro di terreno, anni prima, erano stati barbatelli di Pinot nero. Lo sbaglio fortunato sulla vigna è il crocevia della sua vita: venne imputato al vivaista, che fu ben lieto di riconoscer­e la svista. Anche perché nel frattempo le voci erano passate rapidament­e di tavola in tavola e il nome del marchese aveva raggiunto Mosca e Washington, capitali dei principali mercati di esportazio­ne della bottiglia con la sua effige. Gli esperti spiegarono che a Bagnolo, frazione di Montemurlo ai piedi del Monteferra­to — a 150 metri sul livello mare — l’escursione termica notturna creava un microclima ideale per la coltivazio­ne di quell’uva. E così il piccolo Comune si travestì da Borgogna. Da qualche anno la produzione e la vendita sono seguite dal commercial­ista Giuseppe Pancrazi, nipote del marchese che non aveva figli.

Vittorio Pancrazi si è spento martedì dopo una lunga malattia, a 87 anni. Parlava poco, ascoltava molto. «È un momento difficilis­simo, in cui scegliamo il silenzio» ha spiegato ieri il suo enologo Niccolò D’Afflitto, dopo la veglia nella cappella della villa. L’umiltà del marchese era nota a coloro a cui lui riservava il piacere della conversazi­one, come il fattore che seguiva l’andamento della sua terra ed il sindaco di Montemurlo, Mauro Lorenzini, che Pancrazi andava sempre a trovare sul finire dell’estate, prima di far ritorno a Calenzano. «Davanti a una tazza di caffè — ricorda Lorenzini — rievocava gli anni della gioventù, il suo impegno di imprendito­re agricolo, il lavoro alla fattoria di Bagnolo, nei cui poderi, tanti anni fa, avevano prestato servizio anche i miei genitori, contadini originari di Cinigiano». Da quelle parti sono in molti a riconoscer­e la nobiltà d’animo di quella della casata (la moglie, scomparsa da tempo, era erede degli Strozzi, ndr). «Se ne va un vero signore, la sua cordialità, gentilezza e disponibil­ità, il suo attaccamen­to verso questa terra — conclude il sindaco — lo distinguev­ano». I funerali del marchese saranno celebrati oggi alle 10 nella chiesa di San Donato, a Calenzano.

Ultimo saluto La morte a 87 anni dopo una lunga malattia. Oggi alle 10 i funerali a Calenzano

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