FRANCIA PER NOI UN 2018 D’ARTE E CINEMA
All’Istituto di piazza Ognissanti ciclo di incontri su lavoro e immigrazione La console Isabelle Mallez a fine mandato: «Vorrei restare ancora qui, lo scambio culturale con la Toscana si è trasformato in un rapporto affettivo»
Lo sguardo freddo e angosciante sul terrorismo di Bertrand Bonello in Nocturama, il ritratto spietato di violenza e disperazione tra gli immigrati Eastern Boys di Robin Campillo, quello forse ancor più crudele del mondo del lavoro che Nicolas Silhol dà in
Corporate, e dall’altra parte le installazioni di forte impatto politico dell’artista franco-camerunense Barthélémy Toguo. «Il nostro obiettivo dev’essere quello di offrire un quadro il più completo possibile del mondo contemporaneo, dei suoi mutamenti, delle sue tensioni — racconta Isabelle Mallez, console onorario di Francia e direttrice dell’Istituto Francese di Firenze di piazza Ognissanti, sfogliando il programma culturale dell’istituto per questo inizio 2018 — il nostro impegno è quello di interpretare questi cambiamenti attraverso l’arte e le arti, discipline diverse, puntando sui temi del lavoro e delle migrazioni». È in questo senso che la direttrice nomina tre film, in programma dall’8 febbraio, tutti di grande impatto politicosociale, e l’attesa installazione di Toguo alle Murate dal 16 febbraio, tra le principali attrazioni di questo suo ultimo scampolo di direzione dell’Istituto. Barthélémy Toguo è uno dei finalisti del Premio Marcel Duchamp al Centro Pompidou, uno dei maggiori artisti africani viventi, «e ci farà il regalo di preparare un’opera apposta per Firenze, per noi, ad hoc per le Murate, non vuole riciclare qualcosa di già edito — aggiunge Isabelle Mallez — Ed è un grande onore».
Si tratta di un ultimo scampolo perché Isabelle Mallez è arrivata a fine mandato e in estate dovrà lasciare Firenze. A meno che «non mi diano una proroga di un altro anno». Ci prova, non è scontato. Ma «mi piacerebbe restare perché ho ancora tanto da fare — dice — e il nostro pubblico ci dà così tante soddisfazioni». Il 2018 dell’Istituto Francese riparte oggi pomeriggio con gli Amici del Maggio e un incontro sulla contestata Carmen che non muore,
poi a fine gennaio La notte
delle idee dedicata al ‘68, una media di due proiezioni a settimana e tanta arte.
«Se vado via — conclude la console — lascio un istituto rinnovato che ha trovato un nuovo pubblico e nuove attività, che nonostante i suoi cento e più anni si è messo a correre. E vuole essere una voce sempre più presente nel panorama di Firenze». In lei invece questa esperienza a Firenze «lascerebbe solo tensioni positive, per la vicinanza che i toscani ci hanno dimostrato durante gli attentati di questi anni: credevo che il nostro rapporto fosse solo uno scambio culturale, invece ho capito che è uno scambio affettivo».