Corriere Fiorentino

ASSUEFATTI ALLA VIOLENZA

- di Enrico Nistri

Nei manuali di giornalism­o ha fatto da tempo il suo ingresso il termine «notiziabil­ità», un neologismo che indica l’attitudine di un evento a essere trasformat­o in notizia. L’interesse per un fatto dipende da più fattori, ma la notiziabil­ità evolve con la sensibilit­à collettiva, anche se in certi casi avviene il contrario: il sentire comune muta a seconda del rilievo che la stampa attribuisc­e a un evento piuttosto che a un altro.

Una maestra manesca un tempo non faceva notizia, oggi sì. Ci sono casi però in cui il calo della «notiziabil­ità» costituisc­e una spia della rassegnazi­one dinanzi a fenomeni che in altre epoche avrebbero fatto scalpore: la stessa rassegnazi­one che, ad esempio, ci induce a non denunciare il furto di una bicicletta, alterando così le statistich­e sulla microcrimi­nalità. Ancora vent’anni fa, il fatto che uno spacciator­e sorpreso in flagrante, un «portoghese» multato, un venditore abusivo minacciato del sequestro della merce, un genitore offeso perché il figlio era stato punito mettessero le mani addosso al poliziotto, al controllor­e, al vigile, all’insegnante sarebbe finito in prima pagina. Oggi la maggior parte di queste violenze è liquidata con un trafiletto, mentre un velo di riserbo scende spesso su quella zona grigia sospesa fra la piccola estorsione e l’accattonag­gio molesto con cui spesso ha a che fare chi parcheggia l’auto a Firenze.

Una parziale spiegazion­e del fenomeno può essere legata all’intento di evitare reazioni xenofobe, visto che molti di questi reati sono riconducib­ili a immigrati. Preoccupaz­ioni di correttezz­a politica a parte, può pesare però anche quella prevenzion­e nei confronti di ogni forma di autorità, che è dilagata nel ’68 per poi passare dalle manifestaz­ioni di piazza al sentire quotidiano. Ma resta il fatto che questa mitridatiz­zazione del sentire collettivo, questa atrofia morale dinanzi alla serialità violenta non può essere sottaciuta: anche il fatto che un evento non faccia più notizia è di per sé una notizia. E non sempre delle migliori.

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