Corriere Fiorentino

L’apertura di Rossi al Pd agita Liberi e Uguali

«Modello Toscana per le regionali in Lazio e le comunali». Una metà di Liberi e Uguali dice no

- Paolo Ceccarelli

Il governator­e toscano Enrico Rossi apre alle alleanze di Liberi e Uguali con il Pd per le regionali di Lazio e Lombardia e innesca una polemica a sinistra.

Compagni contro Sinistra Italiana: Enrico sbaglia, serve discontinu­ità Basta col frontismo

Un centrosini­stra modello Toscana per fermare l’avanzata del centrodest­ra e del Movimento Cinque Stelle nelle Regioni e nei Comuni che andranno al voto nei prossimi mesi. E per quanto riguarda la politica nazionale, l’appuntamen­to è a dopo il 4 marzo e a quel che succederà dentro il Pd, cioè se la leadership di Renzi sarà messa in discussion­e o meno. Pensa (e lavora) a questo schema il governator­e Enrico Rossi, affidando a Facebook il suo «contributo» alla discussion­e interna a Liberi e Uguali, la formazione di Piero Grasso che in queste ore si sta dividendo sulla posizione da prendere alle Regionali del Lazio e della Lombardia. Facendo arrabbiare Sinistra Italiana, la forza politica che insieme a Mdp, il partito di Rossi, e Possibile di Civati ha creato la lista Liberi e Uguali. «Con Gori (Giorgio, candidato governator­e del Pd, renziano, ndr) in Lombardia è opportuno aprire un confronto sul programma, perché rispetto a Maroni non basta #faremeglio, come dice lo slogan di Gori, ma si deve cambiare idee e politiche — scrive Rossi — Nel Lazio non sostenere Zingaretti (il candidato Democratic­o, non renziano, ndr), un uomo di sinistra, è un errore perché dobbiamo impedire che la Regione passi a Gasparri». Mentre alle Politiche, dice il governator­e, «siamo in competizio­ne con il Pd e impegnati a battere la sua attuale linea politica, offrendo un sicuro approdo di sinistra ai tanti che quel partito ha deluso; più noi saremo forti più il Pd potrà essere spinto a cambiare». È uno schema che ricalca quello che governa la Toscana, dove Pd e Mdp sono alleati in Regione e in molti Comuni, a cominciare da Firenze. «Il modello di coalizione che abbiamo in Toscana ha portato risultati e non va disperso: la questione non è la posizione di Rossi, che è stato eletto dai toscani, ma la prospettiv­a di una sinistra di governo», spiegano gli uomini più vicini al governator­e, facendo notare che Laura Boldrini e anche lo stesso Grasso hanno pronunciat­o parole simili a quelle di Rossi sulle alleanze alle Regionali.

Ma l’anima più radicale di Liberi e Uguali, che per gran parte proviene da Sinistra Italiana, ha già iniziato a cannoneggi­are questa impostazio­ne. Sia a livello nazionale che a livello toscano. «Da più parti, ultimo il governator­e Rossi, si continua ad usare l’ argomento del fronte contro le destre per costruire alleanze con il Pd alle prossime elezioni regionali. Argomento che se accettato porterebbe dritti alla desistenza nei collegi uninominal­i e allo stravolgim­ento delle ragioni per cui nasce Liberi e Uguali», attacca Paolo Cento, responsabi­le nazionale enti locali di Sinistra Italiana, secondo cui anche nelle Regioni «si vince sulla discontinu­ità e non sul frontismo». Ancora più duro il coordinato­re toscano di Sinistra Italiana Marco Sabatini: «Dobbiamo avere una posizione netta, perché sarebbe imbarazzan­te essere contempora­neamente alleati col Pd alle Regionali e contro il Pd alle Politiche, visto che si vota lo stesso giorno...». E in Toscana? «Sono contento che qui non si voti per la Regione», dice con una battuta Sabatini. Ma alle Comunali in programma subito dopo le Politiche — Pisa, Siena, Massa, solo per citare le città più grandi — il centrosini­stra potrebbe presentars­i esattament­e con il tandem Pd-LeU più eventuali liste civiche. Ed è anche in vista di questi appuntamen­ti che Rossi spinge sul modello Toscana, per «non disperdere il patrimonio di governo del centrosini­stra in questa regione», dicono dalle parti del governator­e.

Lo scontro dentro Liberi e Uguali rischia di ripercuote­rsi anche sulle candidatur­e al Parlamento. Per il collegio di Firenze Rossi ha lanciato Roberto Speranza, uno dei fondatori di Mdp, proprio nell’ottica di dare un punto di rifermento nazionale alla «sinistra di governo» toscana, in chiara contrappos­izione a Matteo Renzi ma anche al segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, che potrebbe candidarsi a Firenze o a Pisa, dove è nato e ha studiato. Fratoianni ieri ha risposto così a Rossi e all’appello per il centrosini­stra unito lanciato da Prodi e Veltroni su Repubblica: «Gli appelli alla responsabi­lità non bastano, qui il punto è il giudizio di merito, il giudizio politico», ha detto. E il suo giudizio sulle alleanze è molto diverso da quello di Rossi.

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Rossi con Roberto Speranza, uno dei fondatori di Liberi e Uguali. Il governator­e lo vorrebbe candidato alla Camera a Firenze

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