Cavalli junior a Pitti, debutto a sorpresa
Prima collezione di Robert, il figlio dello stilista: «L’ho tenuta nascosta anche ai miei»
Legami Vivo a Milano ma qui amo essere coccolato dai miei affetti
Cappotti vestaglia in velluto e cashmere con nappine di seta tra busti e statue di marmo e gesso. Ha scelto un’ambientazione che richiama l’arte e un quartiere, San Frediano, che evoca e racconta la Firenze delle botteghe artigiane, Robert Cavalli l’ultimogenito di Roberto e Eva Cavalli che ieri ha presentato nelle giornate di Pitti la sua prima collezione maschile triple RRR alla Galleria Romanelli. «Firenze — ha detto il venticinquenne Robert che oggi vive a Milano dopo aver studiato business e marketing a Londra — resta la mia casa. È il luogo che più mi dà sicurezza. Qui ci sono le mie origini e quando torno mi piace essere coccolato dalla mia grande famiglia. Oggi è un po’ come Natale. Ci sono tutti i miei cari per la nascita e il debutto della mia collezione che ho voluto per la sua ‘prima’ a Firenze». Una creatura tenuta segreta, «una sorpresa per i miei genitori a cui non ho voluto anticipare nulla del progetto prima d’oggi. Un lavoro che spero li inorgoglisca perché è grazie a loro due che ho avuto l’opportunità grande di riconoscere le mie attitudini e seguire in libertà una mia strada». E gli elogi dei genitori non si sono fatti attendere. Il babbo Roberto ha detto che suo figlio è «bravissimo», la mamma Eva che «questa collezione potrebbe piacere anche a una donna».
Un ritorno alla creatività nella moda, si direbbe, per la famiglia Cavalli da parte dell’erede più piccolo del celebre stilista fiorentino il cui marchio dal 2015 è stato acquisito dal fondo Clessidra. «Sono cose diverse — precisa Robert — la decisione legata al marchio Roberto Cavalli è stata presa e ponderata seriamente dalla famiglia in tempi in cui ancora io non ero pronto né avevo deciso che la moda poteva essere un lavoro. Questo mio progetto è oggi parte del mio modo di essere. E quindi coniuga la ricchezza decorativa della cultura fiorentina che si respira in questa città con la dinamica attitudine urbana, che ho vissuto nel contesto underground di Londra. Le tre R che compaiono nel marchio sottolineano la mia identità. Le iniziali del nome di mio padre, Roberto, e del mio Robert. Infine la R nuova, la terza che vuole raccordare le due e lanciare la una nuova sfida del mio brand». Ad ammirare la nuova creatura di Robert ieri sera in via di San Frediano è intervenuto il parterre di settore, ma anche la famiglia e gli amici al completo.
L’immagine di uomo anche comunicata durante la presentazione da una mostra fotografica sviluppata in collaborazione con l’emergente fotografo e amico di Robert Giovanni Corabi, è quella di un nuovo «dandy fiorentino» che ama vestirsi con tessuti preziosi che diventano cappotti vestaglia dalle silhouette morbide ispirate al mondo del così detto «loungewear» (abbigliamento da casa). «Sono un giovane cosmopolita — continua — oggi a Firenze domani a Milano o a Londra. L’idea del lusso è da sempre parte della mia vita». Un’opulenza respi- rata certamente in famiglia sin da piccolo, anche l’espressione di quello che è stata l’immagine dello stile e dell’universo della Maison Roberto Cavalli. Un involucro e un dna che Robert non rinnega, né ha timore di mostrare ma che anzi restituisce «come in un gioco nel racconto per immagini per eccellenza che è Instagram» (il social dove il giovane Cavalli ha un seguito di oltre 240 mila follower). «In una moda che propone quasi a senso unico l’idea di un guardaroba sportivo ho creduto in linea con la mia personalità di insistere su contenuti esclusivi come sulle produzioni artigianali simbolo del made in Italy».