Corriere Fiorentino

Trent’anni di spettacoli Omaggio a Fo e Rame

L’inaugurazi­one della targa all’Obihall col figlio Jacopo

- Anna Amoroso

Ricordi «Passarono qui soprattutt­o quando erano fuori dai circuiti ufficiali»

«Dietro ogni grande uomo c’è una donna stupita». La frase che Franca Rame rivolse a Dario Fo, sintetizza una storia che ha legato i due artisti al teatro Obihall per oltre trent’anni. Anni prolifici, impegnati e di cambiament­i che li hanno sempre portati a cercare spazi nuovi per restituire al pubblico la funzione sociale del teatro. Ieri, con una targa realizzata da Stefano Rovai, questa lunga storia di amicizie, spettacoli e relazioni profession­ali è stata immortalat­a nel corso di una cerimonia, nella hall of fame del teatro, alla presenza del figlio Jacopo Fo. «Nel 2018 festeggiam­o i quarant’anni di questa struttura, nata come Teatro Tenda, poi trasformat­asi in Saschall e in Obihall — ha spiegato Claudio Bertini dell’Obihall — L’anima del teatro è sempre la stessa. Ricorderem­o episodi e protagonis­ti, e ci è sembrato doveroso iniziare da Franca Rame e Dario Fo, che passarono qui soprattutt­o negli anni in cui erano fuori dal circuito dei teatri ufficiali. Il rapporto col vecchio tendone è iniziato nel 1979 con Tutta casa letto e

Chiesa e Storia della Tigre e altre storie, per terminare con

Mistero buffo nel 2012. I ricordi sono tantissimi, anche leggendari, come le affissioni notturne dei loro manifesti sopra quelli elettorali. Nella targa ci sono diverse date e abbiamo colto l’occasione della presenza di Jacopo Fo a Firenze per inaugurarl­a». Con gli spettacoli Clacson trombette e pernacchie del 1982, Coppia aperta e il Fabulazzo osceno del 1984, Ruzzante, L’anomalo bicefalo del 2004 e Mistero Buffo Dario Fo, fedele al suo pensiero e alle sue ideologie, ha rovesciato il punto di vista dello spettatore e ha reso partecipe il pubblico di una cultura popolare e antica.

«Erano anni molto duri, con perquisizi­oni all’ingresso e controlli serrati — ricorda Jacopo Fo — Si è costituito in questi decenni un grande patrimonio di relazioni umane e oggi alle 21 porto a Firenze lo spettacolo Superman è una

pippa al Teatro Puccini. Essere figlio di Dario Fo e Franca Rame, da un certo punto di vista, è stata un’esperienza traumatica. Ricordo bene i viaggi, gli spettacoli e il clima di tensione che si respirava in certe città. Nello spettacolo, partendo dalle storie di famiglia, cerco di spiegare i meccanismi che non funzionano nella realtà che stiamo vivendo. Le persone serie che sanno cosa fare hanno fallito e forse ora conviene sentire l’opinione di un clown»

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