Corriere Fiorentino

Il picnic a meno 20 che incendiò la passione

- di Enzo Fileno Carabba

Michela conosceva Roberto ancora prima di conoscerlo. Il suo amico Alessio le aveva parlato di questo studioso di fisica che lavorava all’ambasciata di Stoccolma. Alessio disse a Roberto: vieni a trovarmi in Sicilia. Michela era da quelle parti. E fu così che Michela e Roberto si trovarono su una spiaggia. Lo sentì parlare e una forza la spinse a dire: «Nuotiamo fino a quello scoglio». A pranzo era un po’ ombrosa. Gli amici attorno a lei erano divorziati con bambini, anche Roberto, che era lì con i due figli. Lei pensò: meno male che non ho figli. Roberto friggeva le melanzanin­e e le disse: «Vai a chiamare i ragazzi in giardino». «Se cerchi una governante per i tuoi figli hai sbagliato persona». Poi però ci fu una piccola festa a casa di Michela, Roberto le fece un compliment­o, lei disse grazie, lui smorzò il compliment­o con un’aggiunta scherzosa, lei andò di sopra e pianse. Tornò giù, andarono in giardino, lei gli indicò la luna e con aria sognante disse «la luna...», lui le cinse la vita e sentì in lei come un abbandono astronomic­o. Roberto tornò in Svezia. Trentanove giorni dopo arrivò una bella lettera in cui Roberto diceva «Non so cosa chiedi alle tue vittime». Aveva capito molto di lei. Michela rispose. Seguì un periodo silenzioso. Ad ottobre lui la chiamò: «Vieni in Svezia per Capodanno? Do una festa». «Sì». «Decisione rapida». «No, decisione maturata in questi mesi». Lei salì e si trattenne qualche giorno: villetta in riva al mare, su un’isola vicina a Stoccolma, con la neve, i cerbiatti e le volpi. A quel punto erano soli. Una splendida mattina di sole, meno venti di temperatur­a, lui alle 9 cuoceva le uova. «Per la colazione?» chiese lei. «Per il picnic». Lui avrebbe pattinato sul mare ghiacciato, lei sarebbe andata con la slitta trainata dai cani. «Splendido» mentì. Detesta il freddo, e avrebbero potuto passare la giornata di fronte al camino. «Se il ghiaccio si rompe e cadi in acqua hai 5 minuti prima di morire congelata» spiegò lui. «Ma senti!» fece lei soave. Le fornì uno zainetto sigillato con vestiti di ricambio, due punteruoli da mettere attorno al collo con un cordino, servono per piantarli sul bordo del buco e issarsi disperatam­ente; una cordicella di nylon di 15 metri da lanciare a lui. «Che bel picnic che sarà» sussurrò pallida. «Ah Michela, ti metto anche una bussola al collo». Fu tutto perfetto: uova, sole, meno 20 di temperatur­a. Tornati a casa lei chiamò i suoi corteggiat­ori e chiese: «Senti caro, tu con meno 20 mi porteresti a fare un picnic o davanti al camino?». «Camino» risposero. Lei si voltò verso Roberto e passarono sei anni sull’isola.

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Insieme Michela e Roberto

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