Mussolini agita Palazzo Vecchio
Bufera su Sguanci per l’elogio del fascismo. Mdp: dimissioni o addio maggioranza
Il giorno dopo, la bufera scuote la maggioranza in Consiglio comunale. Maurizio Sguanci, sotto accusa per aver difeso su Facebook le capacità amministrative di Mussolini («Nessuno in questo Paese ha fatto quello che ha fatto lui»), ora è costretto al silenzio dal suo Pd: «Ho preso un impegno col mio partito che oggi non avrei rilasciato dichiarazioni», dice. Le parole del presidente del Quartiere 1, renziano della primissima ora — arrivate in un commento a risposta delle polemiche sulle lentezze della ricostruzione post terremoto in Centro Italia — mette in difficoltà il Pd. Il gruppo Dem si riunisce ieri all’ora di pranzo e mette il caso Sguanci all’ordine del giorno, in previsione della battaglia in aula.
All’una e mezzo di ieri, Sguanci viene avvistato nel cortile di Palazzo Vecchio. «No, non era presente al gruppo», dicono dal Pd, mentre dall’entourage del sindaco non confermano un faccia a faccia. Per evitare ulteriori danni, scatta insomma il cordone sanitario del partito. Tanto più che nel pomeriggio nessuno risponde al citofono della sede del Quartiere 1. Ma in Consiglio comunale il caso è protagonista. «Il commento di Sguanci è stato mortificante, inappropriato, mistificatorio e ai limiti dell’apologia. Le sue dimissioni sono doverose», dice Giacomo Trombi, di Firenze a Sinistra, in un’interrogazione alla giunta. A chiedere che lasci — anzi a chiedere che gli venga imposto di lasciare — sono anche i consiglieri di Mdp, che minacciano altrimenti l’addio alla maggioranza: «Se non verificheremo convergenze su questo punto saremo costretti a prenderne atto con le conseguenze del caso e l’uscita dalla maggioranza», dicono Alessio Rossi e Stefania Collesei. Un intervento che non lascia indifferente il Pd. Così, con una nota del capogruppo Angelo Bassi e del segretario comunale Massimiliano Piccioli, i Dem parlano di «gravi e avventate dichiarazioni» di Sguanci, ma aggiungono: «Non accettiamo diktat, chiediamo a Mdp un confronto». Rossi e Collesei vengono invitati a un incontro con Nardella in serata.
In aula, a rispondere all’interrogazione di Trombi, ma in realtà a mandare un messaggio a Mdp, è l’assessore Federico Gianassi: le dimissioni «riguardano il Consiglio di Quartiere 1». Insomma, Palazzo Vecchio formalmente non ha titolo. Del resto, rompere con Sguanci all’avvio della campagna elettorale non è facile: «Ha tantissimi contatti in città, conosce, è conosciuto e apprezzato, sia nel Quartiere 1 di cui è presidente, sia nella zona di piazza Puccini e San Jacopino, dove vive e lavora. In una campagna elettorale è una di quelle figure che fanno comodo», racconta una voce del Pd esterna a Palazzo Vecchio. Dal Comune danno un’altra versione: «La politica non può avere i tempi di un tweet, certe decisioni interne a un partito hanno bisogno di tempo per maturare». Insomma, il caso Sguanci terrà banco anche nei prossimi giorni. Tanto è vero che l’incontro tra Nardella, Rossi e Collesei all’ultimo minuto viene rinviato, a domani. La polemica però continua. Condanna le frasi di Sguanci l’Anpi, di cui il presidente del Quartiere 1 ha preso più volte la tessera: «Le sue parole su Mussolini sono indegne di Firenze — dice l’associazione dei partigiani — Nei giorni in cui il Consiglio comunale ha approvato una delibera che vieta spazi a chi minaccia la democrazia, non è possibile alcun tentennamento». Durissima anche Aned, l’associazione dei deportati dal nazifascismo, che si rivolge direttamente a Sguanci: «Si dimetta, compia un gesto concreto, per rispettare l’appello antifascista sottoscritto a settembre». Sarcastico invece Francesco Torselli, di FdI: «Finalmente abbiamo capito a cosa serve il ‘patentino antifascista’, che ora ha un destinatario: Maurizio Sguanci, al quale, per coerenza, immagino verrà in futuro negata la possibilità di manifestare a Firenze».
La bocciatura più grave arriva però dal gruppo Pd del Quartiere 1, quello che avrebbe la facoltà di far cadere Sguanci da presidente (nel caso in cui succedesse, Palazzo Vecchio nominerebbe un commissario per gestire la transizione): «Conosciamo Maurizio Sguanci e il suo impegno nell’azione antifascista ma la leggerezza delle sue esternazioni non può essere oggi giustificata». La nota esordisce con un «condanniamo», ma non c’è mai la parola «dimissioni».
La frase Nessuno in questo Paese ha fatto, in 4 lustri, quello che ha fatto Mussolini in 20 anni. Lo dice la storia