La strigliata di Marzia la pasionaria
Cappelli, super renziana, al segretario: ora torna tra la gente
Il viaggio in treno è stato fine a se stesso, era meglio se saliva sulla macchina di uno di noi e stringeva qualche mano
Matteo Renzi, a Vie Nuove domenica sera, si è beccato una strigliata dalla «renziana della prima ora», primissima, Marzia Cappelli: «Smetti di non rispondere al telefono, torna nei territori», gli ha detto. «E credo proprio di aver fatto bene», dice l’animatrice dei Comitati Renzi fin dal 2009. Cosa c’è che non è andato, nella campagna di Renzi, finora? «All’inizio, andavamo ovunque: era anche un modo per capire la realtà, a volte la gente ha bisogno solo di parlare. Oggi invece non si ascolta più nessuno. Tutti dicono che sono la prima renziana: gli voglio bene, mi va bene quello che lui dice e fa. Ma qui a Firenze, e ovunque, abbiamo bisogno della sua presenza: è il nostro leader». Solo quello? «Un altro esempio? Il viaggio in treno è stato deleterio, fine a se stesso. Se prendeva una macchinuccia di un volontario di Canicattì, stringeva mani, magari prendeva qualche schiaffo, era meglio. Se invece ti portano in una ditta tutta rosa e fiori, non si capisce come è la realtà. Occorre ritornare a parlare alla gente. Glielo ho già detto due settimane fa. Andare a Torino con tutti gli amministratori va bene, ma lui deve andare in tutte le regioni, parlare con i segretari regionali, provinciali, dei circoli e dirgli: sono il vostro segretario, cosa mi chiedete, di cosa avete bisogno per andare avanti?» Ottimista o pessimista per le elezioni del 4 marzo? «Siamo l’unica possibilità per mandare avanti l’Italia. Me lo dicono tutti, anche chi non la pensa come noi. Matteo resta il primo della classe, per questo in tanti lo odiano: i bravi si odiano. Certo, ha un carattere che conosciamo. Ma ora deve tornare a fare il Matteo di una volta, quello che andava ovunque, anche a prender schiaffi».