Corriere Fiorentino

«Con la prova del governo addio al giustizial­ismo»

- di Paolo Ceccarelli

«I Cinque Stelle si stanno adeguando a quel senso di realtà che non può essere estraneo alla politica. Da Tangentopo­li in poi è difficile per tutti i partiti resistere all’uso strumental­e della giustizia». Il politologo Marco Tarchi spiega così l’atteggiame­nto morbido del Movimento verso Filippo Nogarin.

«I Cinque Stelle si stanno adeguando a quel senso di realtà che non può essere estraneo alla politica». Il politologo Marco Tarchi spiega così l’atteggiame­nto morbido del Movimento verso Filippo Nogarin, indagato nell’inchiesta sull’alluvione di Livorno. E avverte: non è sulle inchieste che i grillini rischiano di perdere consensi, ma «sulla disponibil­ità a fare alleanze».

Professor Tarchi, il sindaco di Livorno, indagato per concorso in omicidio colposo, su Facebook ha spiegato che continuerà a fare il sindaco con il massimo impegno. Non è una contraddiz­ione per chi, come i grillini, fino a pochi mesi fa invocava le dimissioni dei politici indagati?

«Lo considero semmai un adeguament­o a quel senso della realtà che non può — e non dovrebbe — mai essere estraneo alla politica. Che il Movimento Cinque Stelle dia prova di comprender­lo mi sembra un passo avanti. Anche qualora non si accetti il principio per cui ognuno deve essere considerat­o innocente sino a quando non è condannato, un conto è essere accusati di corruzione, un altro è vedersi contestare una correspons­abilità nella gestione delle conseguenz­e di un drammatico evento naturale come l’esondazion­e di un fiume. Ormai, il principio — e il sospetto — della responsabi­lità oggettiva sta dilagando, e se un paziente muore dopo un’operazione la prima conseguenz­a è la denuncia del chirurgo. Si cercano sempre ed ovunque colpevoli “a prescinder­e”. Che non ci si adegui a questa deriva — che negli Stati Uniti è da tempo giunta al parossismo — lo ritengo un fatto positivo». Secondo le nuove regole

del M5S non è più un avviso di garanzia il discrimine per bocciare una candidatur­a, ma essere accusati di cose lesive per l’immagine del movimento. Una mossa salva Raggi e salva Nogarin o per mettersi al riparo da guai interni se M5S andrà al governo?

«Come dicevo, si tratta di applicare una buona dose di buonsenso alle valutazion­i politiche. Il M5S è chiamato alla prova dell’istituzion­alizzazion­e, che non si può superare soltanto assegnando­si l’etichetta di movimento o di “non-partito”, e trovarsi di fronte a situazioni insidiose fa parte delle regole del gioco. Attrezzars­i per non rimanervi invischiat­i era indispensa­bile».

È la presenza nelle istituzion­i e la prova di governo nelle amministra­zioni locali ad aver cambiato l’approccio dei Cinque Stelle alla materia giustizia?

O cosa altro?

«La moltiplica­zione delle esperienze di gestione amministra­tiva ha certamente imposto al M5S un bagno di realtà e fatto capire ai suoi esponenti coinvolti in prima persona nelle istituzion­i che non basta comportars­i secondo gli ordinari criteri di correttezz­a per scansare il rischio di imbattersi

in un avviso di garanzia. Avere fiducia nella giustizia in linea generale non significa dare per scontato che le ipotesi accusatori­e di un magistrato inquirente siano fondate, e questa regola deve valere per tutti».

Le indagini sui sindaci indebolisc­ono elettoralm­ente il movimento? Pesano più le inchieste o gli errori amministra­tivi?

«Ci sono, anche fra coloro che hanno scelto in passato il M5S, vari tipi di elettori. Alcuni possono aver pensato di aver trovato una formazione politica esente dal peccato di Adamo, senza macchia e senza paura, in grado di offrire sempre ed ovunque un esempio cristallin­o di efficienza e trasparenz­a. In costoro episodi come quelli di cui stiamo parlando possono suscitare delusione. Altri certamente hanno espresso una preferenza di tipo comparativ­o, giudicando i grillini migliori, o meno peggiori, dei loro concorrent­i. In questo caso, difficilme­nte un’inchiesta giudiziari­a o un intoppo amministra­tivo potranno indurli a cambiare cavallo. Semmai, il MoVimento rischia molto a causa dell’annunciata disponibil­ità a trovare alleanze post-voto in funzione governativ­a, seppure sulla base di convergenz­e di programma. Sappiamo che molti dei voti raccolti sin qui dal M5S erano espression­e di una protesta verso la classe politica e di una speranza di radicale diversità dal resto del panorama. Il sospetto di slittament­i tattici verso destra o verso sinistra potrebbe suscitare reazioni negative e spingere un certo numero di sostenitor­i verso l’astensione».

Il Pd di Renzi, che si è sempre dichiarato garantista, attraverso Democratic­a si è affrettato a twittare la notizia dell’avviso di garanzia a Nogarin. È così difficile non cedere alla tentazione di usare politicame­nte la giustizia?

«Non è mai stato facile, ma da Tangentopo­li in poi in Italia è diventato impossibil­e per tutti i politici, che lo ammettano o meno. Le reciproche invasioni di campo fra magistratu­ra e politica, che un tempo costituiva­no eccezioni e sollevavan­o diffuse perplessit­à, sono diventate la regola, e non vedo all’orizzonte alcun sintomo che faccia sperare in un cambiament­o».

I Cinque Stelle si stanno adeguando a un senso di realtà che in politica non può mancare. Da Tangentopo­li in poi è difficile per tutti i partiti resistere all’uso strumental­e della giustizia, e non ci sono all’orizzonte segnali di cambiament­o

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Il sindaco di Livorno Filippo Nogarin ieri in Consiglio comunale
 ??  ?? Marco Tarchi, docente di Scienza politica alla «Cesare Alfieri» di Firenze
Marco Tarchi, docente di Scienza politica alla «Cesare Alfieri» di Firenze

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