La rete dei falsi permessi, con l’ex poliziotta
Indagini partite da Pistoia: 19 arresti. Tra di loro anche impiegati comunali ed ex poliziotti
C’è anche un’ex poliziotta, oggi in pensione, tra le 19 persone finite agli arresti domiciliari per l’inchiesta sull’immigrazione irregolare condotta dalla squadra mobile di Pistoia e dalla pm Claudio Curreli. Tra di loro anche due dipendenti comunali sorpresi a sniffare.
Due anni di indagine: così la squadra mobile di Pistoia ha scoperto un giro di permessi di soggiorno e ricongiungimenti familiari fasulli, ottenuti attraverso documentazioni false ricostruite grazie alla compiacenza di vari soggetti a più livelli. Un traffico che avrebbe potuto allargarsi ulteriormente e che invece è stato stroncato ieri mattina da 19 arresti e 5 interdizioni eseguite tra Prato, Roma, Lucca, Pisa, Firenze e ovviamente Pistoia. Asjid Iqbal, pachistano, sarebbe il principale artefice di una rete che ricostruiva, attraverso false attestazioni, buste paga e domicili fittizi, tutti i passaggi necessari a ottenere i permessi di soggiorno: per lui è scattata la custodia cautelare in carcere. Altre 18 persone sono finite agli arresti domiciliari: tra queste Ahmad Fiaz e Ahmed Shahbaz, i procacciatori, e di Farooq Qaisar, Hussain Abid, Mustafa Ghulam, Amir Qaisar, Noreen Uzma, Chaudhry Muhammad Afzal Ranjah, collaboratori di Iqbal. Ai domiciliari anche Massimo Morini, revisore contabile, Salvatore Bracco, Alfredo Maddaloni e Franca Maino, ex sovrintendente della questura di Livorno. Tra le misure adottate vi è inoltre la sospensione per due dipendenti dell’ufficio tecnico comunale, Sergio Cotti ed Enrico Ricciarini, e per un impiegato della prefettura, Valerio De Angelis. A Barbara Capecchi, ragioniera e consulente del lavoro, e Adriano Gabriele Gagetti, commercialista, è stato imposto il divieto temporaneo all’esercizio dell’attività professionale. I dipendenti comunali sono stati filmati mentre sniffavano e ora il Comune li ha sospesi dal servizio. Nei loro confronti saranno ora attivati anche i procedimenti disciplinari. La Procura guidata da Paolo Canessa ha accertato oltre 200 fascicoli irregolari, ottenuti con la collaborazione dei professionisti con studi ad Agliana, Pistoia e Montecatini, ma anche grazie a quella di alcuni italiani che avrebbero dichiarato l’ospitalità poi risultata falsa o di avere alle loro dipendenze gli stranieri. Completano il quadro i favori di due impiegati postali, che avrebbero consentito di depositare la documentazione in assenza dello straniero (al momento all’estero), più alcuni pubblici ufficiali in servizio, che Iqbal avrebbe corrotto. I beneficiari pagavano dai mille ai 1.500 euro per un permesso e dai 4.500 euro agli ottomila per un ricongiungimento familiare.
Duecento le pratiche irregolari accertate, la complicità di ditte e cittadini