Corriere Fiorentino

Le opposizion­i: lasci (ma niente mozioni di sfiducia)

Il primo cittadino: «Ho un lavoro da finire». Il Pd: la sua è un’autoassolu­zione incredibil­e

- Giacomo Salvini

Le opposizion­i che chiedono le dimissioni a gran voce, il sindaco Filippo Nogarin (M5S) che respinge le accuse e rilancia: «Vado avanti con ancora maggior determinaz­ione, ho un lavoro da portare a termine».

È questa la sintesi politica del day after: lunedì mattina il primo cittadino grillino è stato interrogat­o per cinque ore dai magistrati di Livorno nell’ambito dell’inchiesta sull’alluvione del 10 settembre e in serata era stato lui stesso ad annunciare su Facebook la notizia di un’indagine a suo carico per omicidio colposo plurimo. Stesse accuse vengono rivolte dai pm anche al capo della protezione civile comunale, Riccardo Pucciarell­i, già sentito dai magistrati. Ieri il primo cittadino ha parlato di fronte al Consiglio comunale, ma gli attacchi delle opposizion­i erano già partiti.

«Attendiamo l’esito delle indagini, avendo massima fiducia e rispetto della magistratu­ra, perché al contrario del M5S non è nostra abitudine costruire polemiche politiche su delle disgrazie — dice il Pd livornese in una nota — Non sappiamo come il sindaco possa serenament­e continuare a svolgere il proprio ruolo di rappresent­ante della cittadinan­za con un capo di accusa tanto grave sulle spalle, e di questo pensiamo debba rispondere oltre che alla sua opposizion­e, anche alla sua coscienza. Al momento invece abbiamo assistito solo a un penoso scaricabar­ile e ad un’autoassolu­zione che ha dell’incredibil­e». Più soft nei toni il segretario regionale Pd

«Lei sindaco non è libero, deve tenere sulle sue spalle anche il partito nazionale»

Dario Parrini: «Che il sindaco Nogarin sia indagato per omicidio colposo plurimo è cosa che mi dispiace sinceramen­te. Gli auguro di cuore di uscirne penalmente indenne. Ciò detto, sarebbe ingiusto tacere che in quella circostanz­a Nogarin non fu all’altezza dei suoi doveri istituzion­ali».

In Consiglio arrivano anche le accuse degli altri gruppi politici, da cui si differenzi­a solo «Futuro!» che tramite Andrea Raspanti invoca il «garantismo per tutti e la presunzion­e d’innocenza come principio cardine dello Stato di diritto». «Noi continuiam­o a chiedere le sue dimissioni come avevamo fatto a settembre — ha spiegato — ma sulla base di una valutazion­e politica e non dopo un atto di un potere autonomo come la magistratu­ra». Raspanti fa riferiment­o alla mozione di sfiducia presentata nei confronti del sindaco lo scorso 20 settembre e respinta a maggioranz­a dal Consiglio comunale ad inizio ottobre, a cui però ieri non ne sono seguite altre. Il primo a chiedere con forza le dimissioni di Nogarin è Marco Valiani, ex 5 Stelle e oggi in Livorno Libera: «Le indagini a suo carico non sono un atto dovuto come lei lo ha presentato», grida. D’accordo Elisa Amato di Forza Italia e Marco Bruciati di Buongiorno Livorno che accusa il sindaco di «non essere libero perché non deve tenere sulle sue spalle solo un’amministra­zione locale ma anche un partito nazionale, ovvero il Movimento 5 Stelle».

Fanno cerchio intorno al sindaco invece i consiglier­i di maggioranz­a (compreso il fuoriuscit­o Edoardo Marchetti) che esprimono solidariet­à a Nogarin e chiedono alla magistratu­ra di «fare velocement­e il proprio corso» per arrivare alla verità.

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