Corriere Fiorentino

Orgoglio verdiniano: «Alleati col Pd? Noi balliamo da soli»

- Paolo Ceccarelli

«Noi alle elezioni ci saremo e correremo da soli». La voce del colonnello verdiniano Lucio Barani rimbomba un po’ e in sottofondo se ne sentono altre. «Siamo qui da stamani alle 9 a buttare giù il programma e le liste. Vogliamo presentarc­i ovunque. Il Pd? Non ci ha fatto l’onore di venire qui a parlare con noi, né noi lo abbiamo fatto a loro», spiega il presidente del gruppo Ala-Pri al Senato, già sindaco socialista di Aulla (fu lui a volere la statua in memoria di Bettino Craxi e delle vittime di Tangentopo­li). Le prove tecniche di coalizione con il Pd sembrano insomma destinate a non andare a buon fine: la formazione creata da Denis Verdini, da poco alleata con il Partito repubblica­no italiano (sì, proprio quello di Giovanni Spadolini e Ugo La Malfa), è intenziona­ta ad affrontare le elezioni in solitudine. Anche perché in casa Pd non sono pochi i dubbi sul contraccol­po di immagine di un’eventuale apparentam­ento con gli ex Forza Italia. Per questo, riferisce l’Adnkronos, ieri gli ambasciato­ri dei Democratic­i avrebbero recapitato a Verdini e C. un messaggio chiaro: nella coalizione di centrosini­stra che, oltre al Pd comprende la lista ulivista Insieme, quella centrista Civica Popolare e forse +Europa di Emma Bonino, non ci sarà posto per voi. «Noi oggi non abbiamo incontrato nessuno, ma una cosa è certa: non ci vogliamo confondere con liste come quella di Beatrice Lorenzin (Civica Popolare, ndr) o gli ulivisti», dice Barani. Veto ricambiato, se è vero che meno di due giorni fa Gabriele Toccafondi, riferiment­o toscano di Lorenzin, ha detto ai microfoni di Lady Radio: «Una coalizione non si crea con le alchimie ma con una visione del futuro del Paese, su un programma, su idee concrete, tutti aspetti che non vedo leggendo quanto scritto dagli esponenti di Ala. Mi sembra che non siano rose e che non fioriranno». Ma il punto resta naturalmen­te il rapporto con il Pd. È dunque arrivato il momento dell’arrivederc­i (e grazie per il sostegno ai governi Renzi e Gentiloni) tra i verdiniani e i Democratic­i? Forse sì, forse no. Perché Ala potrebbe presentars­i soltanto in alcune circoscriz­ioni — magari in zone del sud dove può contare su consensi importanti o perlomeno decisivi in alcuni collegi — e far pesare lì la sua forza. E in caso di elezione di qualche senatore (scenario difficile), giocare di nuovo il ruolo di ago della bilancia. Ma Barani si dice sicuro che «Ala presenterà la sua lista in tutti i collegi e raggiunger­à il 3% (la soglia per entrare in Parlamento, ndr)». E Verdini che farà? «Corre sicuro anche lui». In Toscana? «La saluto».

 ??  ?? Matteo Renzi
Matteo Renzi
 ??  ?? Denis Verdini
Denis Verdini

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy