Giornalisti, ex An e allenatori Gli autocandidati a 5 Stelle
Polemiche per l’esclusione di due attivisti storici. Oggi Di Maio fa tappa a Firenze
Il capitano del «salga a bordo, cazzo» Gregorio De Falco, alcuni attivisti storici sì, altri no. Nomi della politica come Domenico Leggiero o giornalisti, freschi di libri sul Ponte Vecchio, come Marco Ferri (non l’unico, c’è anche Stefania Guernieri). E poi ovviamente i parlamentari uscenti, due nel collegio del Senato 1 (da Firenze a Massa) e alla Camera a Firenze — cioè Laura Bottici, Sara Paglini e Alfonso Bonafede.
Ecco tra chi sceglieranno i propri «portavoce» in Parlamento gli attivisti del Movimento Cinque Stelle. Ma soprattutto, scorrendo le liste di chi si è candidato alle «Parlamentarie» Pentastellate, si trovano «grillini» e poche grilline. Il rapporto uomodonna, almeno nel collegio Senato 1, è di sei ad uno: dei 217 nomi presenti nella piattaforma Rousseau, da ieri aperta per le votazioni (ma solo agli iscritti), 186 sono uomini, solo 31 donne. Non va molto meglio alla Camera (collegio 3), dove sui 28 candidati solo 5 sono donne. Tra loro, la ricercatrice Chiara Yara Ehm. Qui si candida Bonafede, ma ci sono altri nomi, come quello di un attivista storico come Tommaso Galli Torrini. È al Senato invece che un altro attivista storico aspettava di trovare la propria scheda ed invece non c’era: il fiorentino Andrea Vannini che scrive un posto su Facebook puntuto, poi lo toglie, per non sollevare polemiche. Un altro, Paolo Chiarini, invece attacca frontalmente: «Mi scrivete che mi avete cercato e non mi avete trovato: anche io mi sono cercato e non mi sono trovato — si sfoga — Non ci sono io come non ci sono altri candidati, mentre persone che non hanno inviato i documenti per la loro candidatura e pertanto non dovevano esserci, ci sono. “Belin”, come direbbe Beppe», nel senso di Grillo, scrive Chiarini.
Tra i documenti, oltre alla fedina penale pulita (o quasi: non bisogna avere rinvii a giudizio e in caso di eventuali inno dagati dare una spiegazione del perché) ma anche non aver avuto incarichi politici, candidature o incarichi amministrativi prima del 2009 in altri partiti o liste. Ma c’è già chi solleva il caso di Giulia Torrini, eletta in una lista civica a Casale nel 2011 e candidata a Livorno. Tre casi diversi, quelli di Vannini, Chiarini e Torrini, ma che in caso di contenzioso potrebbero portare a guai legali. Ma nel frattempo, il voto è partito e durerà anche oggi, fatto salva una possibile proroga fino a giovedì, tra i circa (numeri non ufficiali) 1.200-1.300 attivisti. In pratica, alme- uno su tre si è candidato. Una trentina in ognuno dei 4 collegi proporzionali alla Camera, 217 in Toscana 1 al Senato,147 in quello della Toscana sud. E spuntano nomi sconosciuti, come l’allenatore di calcio Ahmad Mehri, ma anche conosciuti, come l’ex dirigente regionale Fabio Zita, che si scontrò con Enrico Rossi sull’Alta velocità ed è contro l’ampliamento dell’aeroporto di Firenze. Oppure Ferri, Guernieri e Leggiero, un passato da consigliere comunale di An prima 2009 a Sesto e fondatore dell’Osservatorio militare che si è occupato delle vittime dell’uranio impoverito tra i soldati. Poi, un nome che ha fatto saltare sulla sedia gli attivisti: Luigi Maio. Ma il cognome è senza «Di»: non è il leader del M5S che si candida a Firenze.
Il vero Luigi Di Maio sarà stasera alle 19 al Convitto della Calza a Firenze, per un incontro in cui ha invitato tutte le categorie economiche regionali delle imprese, sorprendendo e non poco i vertici Pd della città: la sala sarebbe già strapiena.
Zita da dirigente della Regione si scontrò con Rossi sulla Tav