I giudici del Riesame «All’Università un vassallaggio»
«Un desolante spaccato», «rapporti di potere e perfino di vassallaggio»: così il tribunale del Riesame di Firenze dipinge l’ambiente universitario che emerge dall’inchiesta sui concorsi truccati che coinvolge i tributaristi. Il collegio composto da presidente Livio Genovese e dai giudici Elisabetta Pioli e Pier Francesco Magi si è pronunciato nei giorni scorsi sui ricorsi presentato dal pm Paolo Barlucchi nei confronti di diversi indagati che hanno ottenuto dal gip gli arresti domiciliari e ha confermato che la competenza territoriale dell’inchiesta è radicata a Firenze, respingendo le richieste di alcuni difensori che ritenevano dovesse essere Roma o Pisa. «Gli indagati — scrive il Riesame — si sono pienamente inseriti nella koinè universitaria dominata da metodi di cooptazione di carattere spartitorio, accettando le regole e condividendo la logica. Questo implica indubitabilmente l’accertata disponibilità a pratiche illegali». Il Riesame ritiene che la misura interdittiva per la durata di sei mesi disposta per alcuni professori sia sufficiente, anche per il tanto tempo trascorso. È opportuno — sottolineano — che l’interdizione si estenda a ogni ambito dell’attività accademica, compreso quello didattico, per meglio garantire un adeguato distacco dall’ambiente. Non basta non poter essere nominato commissario per le abilitazioni scientifiche o aver dato le dimissioni da questo ruolo», visti i «rapporti di sudditanza» che si instaurano in quel contesto. Così come un sopravvenuto pensionamento, spiegano, «non basta ad escludere le esigenze cautelari visto che spesso vengono mantenuti stretti legami anche dopo con il mondo universitario con possibilità di continuare collaborazioni e tenere rapporti accademici. Senza tacere poi che spesso rimangono forti legami, sia professionali che di riconoscenza, tra il prof andato in pensione e gli allievi, magari divenuti ordinari e desiderosi di sdebitarsi». Emblematica l’intercettazione tra un professore di Palermo e un suo allievo destinato ad essere inserito nella prima tornata di un concorso: «Lei professore si ricordi che attraverso me continuerà a dire tutto quello che si deve fare, ma tutto, dalla A alla Z».
Gli indagati si sono inseriti nel sistema universitario dominato da metodi di cooptazione di carattere spartitorio, accettando le regole