RILEGGERE LUTERO COME PATRIMONIO DI TUTTI I CRISTIANI
La settimana per l’unità dei cristiani si sta svolgendo in un quadro storico nel quale il cristianesimo è tornato ad avere un ruolo di primo piano sulla scena europea. Il pontificato di Francesco ha certamente contribuito a restituire una voce autorevole ai cristiani, non solo cattolici, riannodando le fila del dialogo fra le diverse confessioni e chiese all’insegna di un ecumenismo della misericordia che mette al centro una prassi di vita cristiana con cui rispondere all’interrogativo profondo sul senso dell’essere cristiani oggi. Questa ripresa del cammino ecumenico ha un valore non soltanto religioso, limitato alla ricerca del superamento di divisioni teologiche antiche, ma influisce profondamente su quelle che sono le prospettive future dell’Europa e non solo. Il dialogo fra i cristiani si dipana infatti lungo i confini interni di un’Europa nella quale le linee di tensione politica dell’oggi poggiano su faglie profonde emerse con le antiche fratture religiose del continente. Si pensi, ad esempio, a come la politica dei Paesi del cosiddetto Visegrad non faccia che riproporre antichi confini fra cristiani nell’Europa centro-orientale. Affrontare tutto questo esige un ricorso al sapere storico, che solo può aiutare a comprendere il quadro culturale, sociale, politico che abbiamo di fronte. In questo senso le celebrazioni dei 500 anni della Riforma di Lutero, nell’autunno del 2017, hanno rappresentato una preziosa occasione non solo per studiosi e specialisti. La comprensione dell’età di Lutero è infatti uno strumento prezioso per comprendere l’oggi dei rapporti fra i cristiani e guardare al ruolo che essi avranno nei decenni che abbiamo davanti. La portata di questo arricchimento, che è di sapere e di coscienza collettiva ad un tempo, la si coglie sfogliando le pagine del volume Lutero. Un cristiano e la sua eredità.
1517-2017 (Il Mulino) che viene presentato domani alle 17,30 al gabinetto Vieusseux da Valdo Spini, Marcello Verga e da Alberto Melloni, che dell’opera è il curatore. Quello che questa pregevole collezione di studi restituisce è la ricchezza che deriva dal guardare al dialogo fra i cristiani da un punto di vista storico. Andando al di là di semplificazioni apologetiche o riduzionismi di varia natura, la Riforma, con tutto il suo precipitato di cultura, di politica, di forme sociali ed economiche, emerge quale patrimonio comune dei cristiani, degli europei e non solo. Guardando l’immagine di un cristianesimo che, lungo i secoli, si è articolato in una molteplicità di comunità e chiese, si comprende quanto il dato religioso abbia contribuito a plasmare il quadro europeo e ancora continui a influenzarlo. Nutrire la coscienza collettiva di questo sapere significa darle una chiave di lettura per l’oggi e per il domani che consente di accettare, come parte di una storia comune, quelle divisioni religiose che hanno plasmato l’Europa di oggi non senza traumi e conflitti. È significativo che, se a monte di questa settimana per l’unità dei cristiani vi sono le celebrazioni della Riforma, a valle vi sono quelle per l’inizio della Guerra dei Trent’anni (1618-2018), che ci ricordano quanto essenziale sia stato e sia ancora oggi per l’Europa che i cristiani abbiano maturato la ferma consapevolezza di essere, nella diversità di confessione, figli di una stessa radice.