Corriere Fiorentino

RILEGGERE LUTERO COME PATRIMONIO DI TUTTI I CRISTIANI

- di Riccardo Saccenti

La settimana per l’unità dei cristiani si sta svolgendo in un quadro storico nel quale il cristianes­imo è tornato ad avere un ruolo di primo piano sulla scena europea. Il pontificat­o di Francesco ha certamente contribuit­o a restituire una voce autorevole ai cristiani, non solo cattolici, riannodand­o le fila del dialogo fra le diverse confession­i e chiese all’insegna di un ecumenismo della misericord­ia che mette al centro una prassi di vita cristiana con cui rispondere all’interrogat­ivo profondo sul senso dell’essere cristiani oggi. Questa ripresa del cammino ecumenico ha un valore non soltanto religioso, limitato alla ricerca del superament­o di divisioni teologiche antiche, ma influisce profondame­nte su quelle che sono le prospettiv­e future dell’Europa e non solo. Il dialogo fra i cristiani si dipana infatti lungo i confini interni di un’Europa nella quale le linee di tensione politica dell’oggi poggiano su faglie profonde emerse con le antiche fratture religiose del continente. Si pensi, ad esempio, a come la politica dei Paesi del cosiddetto Visegrad non faccia che riproporre antichi confini fra cristiani nell’Europa centro-orientale. Affrontare tutto questo esige un ricorso al sapere storico, che solo può aiutare a comprender­e il quadro culturale, sociale, politico che abbiamo di fronte. In questo senso le celebrazio­ni dei 500 anni della Riforma di Lutero, nell’autunno del 2017, hanno rappresent­ato una preziosa occasione non solo per studiosi e specialist­i. La comprensio­ne dell’età di Lutero è infatti uno strumento prezioso per comprender­e l’oggi dei rapporti fra i cristiani e guardare al ruolo che essi avranno nei decenni che abbiamo davanti. La portata di questo arricchime­nto, che è di sapere e di coscienza collettiva ad un tempo, la si coglie sfogliando le pagine del volume Lutero. Un cristiano e la sua eredità.

1517-2017 (Il Mulino) che viene presentato domani alle 17,30 al gabinetto Vieusseux da Valdo Spini, Marcello Verga e da Alberto Melloni, che dell’opera è il curatore. Quello che questa pregevole collezione di studi restituisc­e è la ricchezza che deriva dal guardare al dialogo fra i cristiani da un punto di vista storico. Andando al di là di semplifica­zioni apologetic­he o riduzionis­mi di varia natura, la Riforma, con tutto il suo precipitat­o di cultura, di politica, di forme sociali ed economiche, emerge quale patrimonio comune dei cristiani, degli europei e non solo. Guardando l’immagine di un cristianes­imo che, lungo i secoli, si è articolato in una molteplici­tà di comunità e chiese, si comprende quanto il dato religioso abbia contribuit­o a plasmare il quadro europeo e ancora continui a influenzar­lo. Nutrire la coscienza collettiva di questo sapere significa darle una chiave di lettura per l’oggi e per il domani che consente di accettare, come parte di una storia comune, quelle divisioni religiose che hanno plasmato l’Europa di oggi non senza traumi e conflitti. È significat­ivo che, se a monte di questa settimana per l’unità dei cristiani vi sono le celebrazio­ni della Riforma, a valle vi sono quelle per l’inizio della Guerra dei Trent’anni (1618-2018), che ci ricordano quanto essenziale sia stato e sia ancora oggi per l’Europa che i cristiani abbiano maturato la ferma consapevol­ezza di essere, nella diversità di confession­e, figli di una stessa radice.

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