Prima top poi flop, qual è la verità?
Cinque sconfitte nelle ultime sette partite, a fronte di una partenza da grande (la ciliegina è stata il 3-2 alla Juve) che aveva proiettato Giampaolo a ridosso della zona Champions. Il paradosso doriano è difficile da interpretare, anche se proprio l’allenatore cercato da Corvino l’estate scorsa, una chiave l’ha data: «È un problema di testa, il sesto posto ci pesa», ha detto dopo la debacle di Benevento. Di sicuro il mister ha chiesto una reazione immediata ai suoi: non il massimo per la Fiorentina che domenica si troverà di fronte un avversario motivatissimo. I fallimentari numeri dell’ultimo periodo però indicano anche altro: il ritmo forsennato tenuto nei primi tre mesi è calato di colpo. L’assenza di Zapata (out nelle ultime tre partite, ma disponibile domenica) ha tolto peso all’attacco, quella di Linetty dinamismo al centrocampo. In più l’ex Viviano è incappato in qualche errore di troppo (vedi Cagliari: un suo goffo rinvio è rimbalzato su Farias e finito in gol). Il difetto di fondo però somiglia a quello viola: la squadra c’è. Torreira, Praet, lo stesso Linetty, Zapata e Strinic sono acquisti che meritano una lode, ma la panchina è corta. E così, appena si rompe un titolare e il ritmo cala, la Samp diventa una squadra normale. Vulnerabile. La sosta come detto potrebbe aver fatto ricaricare le pile: di sicuro la Fiorentina vorrebbe prendersi una rivincita dopo la beffa dell’andata.