Corriere Fiorentino

L’addio a Talani, partito col libeccio della sua profezia

I funerali a San Vincenzo, tra i suoi affreschi

- Divina Vitale

«Quando SAN VINCENZO (LIVORNO) arriva un forte vento di mare si porta via d’improvviso uomini e ombrelli, senza distinzion­e, senza pietà alcuna. Prenderà anche me. Non opporrò resistenza e la stanchezza renderà tutto più facile». Ne era convinto Giampaolo Talani e lo scriveva. Sembra quasi una profezia, oggi che un violento vento di libeccio — che non soffiava così da anni — ha finito per accompagna­re l’ultimo viaggio dell’artista scomparso martedì.

Talani era quasi ossessiona­to dal vento, perché aveva un bagno sulla spiaggia e un passato da bagnino e sapeva quali danni può causare. Ma prima di tutto perché era un uomo di mare. Un artista di mare. Il vento è tangibile in tutte le sue opere artistiche e letterarie: le figure che creava sono spesso scosse da un forte vento. Come un segno distintivo e mai opacizzato della sua poetica.

Un mare di folla — il paese intero, gli amici, i colleghi, gli allievi — l’ha abbracciat­o ieri per l’ultimo saluto. Composto e silenzioso ha accompagna­to il rito funebre che si è svolto rapido, delicato, incisivo e mai ridondante all’interno della prima chiesa che ha lui aveva affrescato, San Vincenzo Ferreri, quella del suo amato paese. E lo ha ricordato don Domenico Corona durante l’omelia. «Piangiamo uno dei

Gli scritti Quando arriva un forte vento di mare si porta via uomini e ombrelli, senza distinzion­e, senza pietà alcuna Prenderà anche me

nostri figli più illustri, un uomo poliedrico, capace di raccontare emozioni traducendo­le in arte. Ne è testimone questa chiesa dove ha lasciato custodita la sua prima opera ufficiale. Tra poco avrebbe compiuto 63 anni — ha detto don Domenico — e se n’è andato in un giorno di forte libeccio. Per lui parlerà la forza evocativa del ricordo e la poesia che ci ha lasciato, che tanto amava. E poi c’è il Marinaio (la sua scultura, che si staglia sugli scogli di fronte al mare,

ndr) che è diventato simbolo del paese e la sua opera più imponente e rappresent­ativa».

Negli ultimi tempi, a quanto raccontano gli amici stretti, era un po’ ombroso, stava cambiando qualcosa e ne era consapevol­e. Aveva persino dipinto un autoritrat­to, lui che si era fermato a quello che lo ritraeva a 40 anni. Diceva che erano opere della gioventù. E un altro quadro con una presenza ombrosa, riversa. La malattia l’ha colpito, travolto e non gli ha dato modo di combatterl­a. Era solo felice, negli ultimi tempi, di aver mantenuto i suoi folti e riccioluti capelli di cui andava così orgoglioso. Il figlio Martino e la moglie Paola sono stati seduti tutto il tempo stretti, assorti, in una chiesa stracolma ma tacita. A parlare erano solo le scene dai colori caldi dipinte da Giampaolo che raccontano la Passione di Cristo. Intense, auliche.

Alla cerimonia funebre hanno partecipat­o oltre al sindaco di San Vincenzo, l’assessore regionale Eugenio Giani e il consiglier­e Gianni Anselmi, l’assessore allo sport di Firenze Andrea Vannucci, il senatore del Pd Andrea Marcucci e rappresent­anti di Giunta dei comuni limitrofi.

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L’addio a Giampaolo Talani, ieri, a San Vincenzo; nella foto piccola, l’artista scomparso martedì
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