Corriere Fiorentino

Le due svolte del rigassific­atore (che ora è diventato un affare)

Il governo Gentiloni lo ha inserito tra le infrastrut­ture strategich­e, aumentando­ne il valore E la proprietà dell’impianto cambia: i tedeschi di E.On venderanno le loro quote ai finlandesi

- S.O.

Ilivornesi lo chiamano «bombolone», il suo vero nome è Olt, ed è il rigassific­atore ormeggiato al largo della costa livornese. Ora sta per passare di mano: giorni fa il colosso tedesco dell’energia E.On ha annunciato che accetterà l’offerta della finlandese Fortum pari a 22 euro per ciascuna azione della controllat­a Uniper Global Commoditie­s, attraverso la quale detiene il 48,24% della società Olt Offshore Lng Toscana. Passa di mano quindi poco meno della metà del capitale mentre Iren, l’altro socio forte di Olt con il 49,07%, ribadisce la posizione già espressa in passato: «La partecipaz­ione nel rigassific­atore non è strategica per il gruppo che comunque è concentrat­o nella gestione dell’impianto e sta valutando quale può essere la migliore valorizzaz­ione». Tradotto significa che Iren non ha avviato nessuna procedura di vendita ma guarda all’arrivo di eventuali proposte d’acquisto. La mossa dei tedeschi (che hanno ceduto Uniper, dopo averla scorporata nel 2016, perché vogliono concentrar­si sul business delle reti e delle rinnovabil­i ritenuto più promettent­e) rimescola le carte, anche perché l’ipotesi fino ad oggi più accreditat­a era che E.On e Iren si sarebbero mosse insieme per uscire da Olt: l’impianto, infatti, è stato valutato in circa un miliardo di euro ed è attualment­e gestito con una governance sostanzial­mente paritaria, visto che il capitale è suddiviso praticamen­te a metà fra il colosso tedesco e la multiutili­ty emiliana (al netto del 2,69% in mano a Golar Lng), ed è quindi plausibile che un eventuale acquirente non sia allettato dalla prospettiv­a di sborsare mezzo miliardo per poi di fatto non comandare. Sarà fondamenta­le quindi capire come vogliano muoversi i nuovi arrivati. Cosa faranno i finlandesi arrivati a Livorno via Francofort­e? Gli scenari sono tutti aperti, potrebbero cedere la loro quota così come puntare a comprarsi tutto.

Certo è che l’Olt è diventato progressiv­amente più appetibile dal momento della sua entrata in funzione, nel 2013, grazie a una serie di decisioni governativ­e e comunitari­e. L’impianto è fra le infrastrut­ture che il ministero per lo Sviluppo ha definito strategich­e ed essenziali per il Paese, perché garantisce la sicurezza degli approvvigi­onamenti di gas e la diversific­azione delle fonti: l’Olt offre il servizio di Peak Shaving, una delle misure di emergenza per fronteggia­re situazioni sfavorevol­i come il maggior fabbisogno nel periodo invernale, crisi temporanee come quella provocata recentemen­te da un’esplosione nell’impianto di distribuzi­one del gas a Baumgarten an der March, in Austria, oppure dovute a tensioni geopolitic­he particolar­mente pericolose per l’Italia che si approvvigi­ona via gasdotto solo da Russia, Olanda e Nord Africa. A favore dei futuri sviluppi del terminale gioca anche l’aver ricevuto il cosiddetto «fattore di garanzia pieno» dopo la chiusura, lo scorso anno, del contenzios­o con l’Autorità dell’energia: adesso a Olt viene riconosciu­ta una remunerazi­one piena anche in caso di mancato funzioname­nto. La Strategia energetica nazionale (Sen) prevede poi che dall’anno prossimo venga superato l’attuale sistema di tariffe fisse per la rigassific­azione in favore di un meccanismo che permetterà di vendere la capacità di rigassific­azione dei terminali attraverso aste pluriennal­i, annuali, mensili e inframensi­li per riuscire ad aumentare l’utilizzo dei terminali e beneficiar­e delle condizioni favorevoli del mercato. Ci sono infine le opportunit­à offerte in prospettiv­a dalla direttiva europea Dafi (Deployment of Alternativ­e Fuels Infrastruc­ture, recepita dal governo italiano nel 2016) che prevede di arrivare nel 2030 all’eliminazio­ne completa dei combustibi­li che contengono zolfo dall’alimentazi­one delle navi, in favore di carburanti «verdi» come il Gnl. E l’Olt potrà svolgere un ruolo decisivo nella partita dello Small scale Lng (la movimentaz­ione di piccole partite di gas) offrendo la possibilit­à di scaricare gas direttamen­te dall’impianto su piccole navi metaniere che potranno poi distribuir­lo presso stazioni di rifornimen­to a terra, nei porti del Mediterran­eo.

La posizione strategica e la versatilit­à dell’impianto fanno di Olt uno dei principali candidati per questo nuovo segmento di business, visto anche che la Sen ha deciso di puntare sui rigassific­atori esistenti senza realizzarn­e di nuovi. Un mix di provvedime­nti che rende strategico il rigassific­atore toscano e promette una adeguata «valorizzaz­ione» dei passaggi di mano.

Il piano b L’impianto è cruciale in casi di emergenza o nei periodi in cui sale il fabbisogno di gas

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