L’INSTABILITÀ CHE ORA PIACE
C’ e’ una buona notizia per la Toscana: i primi annunci sulle candidature alle politiche danno in lizza molte donne di valore, da Emma Bonino a Lucia Annibali, l’avvocatessa sfregiata in volto dall’ex fidanzato e che ha fatto del suo supplizio un impegno civile. È una buona notizia perché le donne hanno, in genere, il pregio di una maggiore concretezza e sono meno prigioniere degli schemi ideologici. In compenso va avanti senza soste in tutta Italia la più scoraggiante delle campagne elettorali. Ogni giorno piovono promesse mirabolanti. Ha scritto ieri Ferruccio de Bortoli sull’inserto economico del Corriere
della Sera: «Si preferisce far credere che si possa aumentare la spesa pubblica e, nello stesso tempo, ridurre la pressione fiscale. Aggiungendo un reddito di dignità o cittadinanza e magari cancellando la riforma Fornero sulle pensioni. Nell’illusione che vi sia ancora, in un Paese fortemente indebitato, una torta da dividere. La torta non c’è più da tanto tempo». Uno scenario nel quale ha sorpreso positivamente la candidatura di Pier Carlo Padoan — marchio Pd — a Siena. Per il ministro dell’Economia non sarà una passeggiata, ma la novità ci riporta a un concetto di politica come competenza che farà bene a Siena, e non solo a Siena.
Lo scenario del 4 marzo lo conosciamo, più o meno. Paese diviso in tre tronconi (centrodestra, Cinque Stelle e centrosinistra, più Liberi e Uguali, che per ora corrono da soli). Il centrodestra nei sondaggi è molto avanti, ma non pochi pensano che Berlusconi con tutti vorrebbe governare meno che con l’alleato Salvini, politicamente demolito dal governatore uscente della Lombardia, Roberto Maroni, che in un’intervista al direttore del Foglio ha promosso il Jobs act e bocciato la demagogia della Lega.
In questo scenario, anche il mondo toscano dell’imprenditoria, che teme lo stravolgimento delle riforme economiche approvate con gli ultimi governi e ne chiede di nuove, sembra propendere per un risultato elettorale incerto che dopo il voto costringa i partiti a trattare per formare il nuovo governo (le famose larghe intese, presumibilmente tra il Pd e un centrodestra senza la sua ala più dura). L’instabilità, che per decenni è stata definita dagli studiosi dei sistemi politici come una grave malattia, ora è diventata una garanzia contro i possibili misfatti di un vincitore certo. Questa è l’Italia, bellezza.