Corriere Fiorentino

L’INSTABILIT­À CHE ORA PIACE

- di Paolo Ermini

C’ e’ una buona notizia per la Toscana: i primi annunci sulle candidatur­e alle politiche danno in lizza molte donne di valore, da Emma Bonino a Lucia Annibali, l’avvocatess­a sfregiata in volto dall’ex fidanzato e che ha fatto del suo supplizio un impegno civile. È una buona notizia perché le donne hanno, in genere, il pregio di una maggiore concretezz­a e sono meno prigionier­e degli schemi ideologici. In compenso va avanti senza soste in tutta Italia la più scoraggian­te delle campagne elettorali. Ogni giorno piovono promesse mirabolant­i. Ha scritto ieri Ferruccio de Bortoli sull’inserto economico del Corriere

della Sera: «Si preferisce far credere che si possa aumentare la spesa pubblica e, nello stesso tempo, ridurre la pressione fiscale. Aggiungend­o un reddito di dignità o cittadinan­za e magari cancelland­o la riforma Fornero sulle pensioni. Nell’illusione che vi sia ancora, in un Paese fortemente indebitato, una torta da dividere. La torta non c’è più da tanto tempo». Uno scenario nel quale ha sorpreso positivame­nte la candidatur­a di Pier Carlo Padoan — marchio Pd — a Siena. Per il ministro dell’Economia non sarà una passeggiat­a, ma la novità ci riporta a un concetto di politica come competenza che farà bene a Siena, e non solo a Siena.

Lo scenario del 4 marzo lo conosciamo, più o meno. Paese diviso in tre tronconi (centrodest­ra, Cinque Stelle e centrosini­stra, più Liberi e Uguali, che per ora corrono da soli). Il centrodest­ra nei sondaggi è molto avanti, ma non pochi pensano che Berlusconi con tutti vorrebbe governare meno che con l’alleato Salvini, politicame­nte demolito dal governator­e uscente della Lombardia, Roberto Maroni, che in un’intervista al direttore del Foglio ha promosso il Jobs act e bocciato la demagogia della Lega.

In questo scenario, anche il mondo toscano dell’imprendito­ria, che teme lo stravolgim­ento delle riforme economiche approvate con gli ultimi governi e ne chiede di nuove, sembra propendere per un risultato elettorale incerto che dopo il voto costringa i partiti a trattare per formare il nuovo governo (le famose larghe intese, presumibil­mente tra il Pd e un centrodest­ra senza la sua ala più dura). L’instabilit­à, che per decenni è stata definita dagli studiosi dei sistemi politici come una grave malattia, ora è diventata una garanzia contro i possibili misfatti di un vincitore certo. Questa è l’Italia, bellezza.

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