Corriere Fiorentino

VELENI E BOOMERANG

N

- di Roberto Barzanti

on s’era mai visto cercare di liquidare un sindaco alla conclusion­e del suo primo mandato con modi tanto bruschi da parte di un esponente del suo stesso partito.

Bruno Valentini, primo cittadino di Siena, è stato accusato dalla vicesegret­aria dell’Unione comunale del Pd di essere un bravo ragioniere, ma di non avere reso più coesa una maggioranz­a fin dall’inizio traballant­e. Il diktat espresso senza giri di parole non rispecchia affatto l’opinione delle quattro — dicesi quattro — componenti renziane che si agitano nel rissoso consesso. Il segretario Simone Vigni si è subito premurato di spegnere l’incendio, rinviando la riunione della Direzione in calendario per ieri sera. Vien da chiedersi se non sarebbe preferibil­e per il Pd e per la città far leva sui risultati ottenuti dall’amministra­zione uscente e darsi da fare per intessere alleanze in grado di allargare il consenso critico attorno ad una piattaform­a che non parte da zero. Il bilancio dei cinque anni non è certo clamoroso, né poteva esserlo, ma qualche buon risultato è stato raggiunto. Non era a portata di mano rimettere in sesto le malconce finanze comunali. Ora qualche investimen­to è stato varato per lavori pubblici e servizi sociali trascurati. E perfino certe malmesse realtà come la riconversi­one in Centro culturale polivalent­e del Santa Maria della Scala stanno riacquista­ndo vitalità. A fronte di questi segni incoraggia­nti sta il vuoto di convincent­i proposte alternativ­e. Se, però, il Pd indugiasse ancora nel farraginos­o metodo delle consultazi­oni dei suoi 14 circoli (meno di mille iscritti, bassa la partecipaz­ione) per registrare scontate lamentele rischiereb­be davvero grosso. Secondo un sondaggio commission­ato da sostenitor­i del sindaco Pd, Bruno Valentini incassereb­be oggi il consenso del 44 per cento dei senesi. Comunque si vedano le cose, urgente è definire una mobilitant­e prospettiv­a che rivendichi al Comune — in vista delle amministra­tive in calendario forse a giugno — il ruolo che è abilitato a svolgere, spazzando via sogni magniloque­nti e borie localistic­he. Le decisioni finali spetterann­o solidalmen­te a quanti accetteran­no, con pari dignità, la non facile sfida. In ogni caso la decisione di candidare al Parlamento il ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan, scegliendo proprio il collegio di Siena, da una parte significa che il Pd intende rivendicar­e il salvataggi­o di migliaia di risparmiat­ori coinvolti nella bufera delle banche, dall’altra che nella città del Monte l’asticella si alza per tutti. Sia il 4 marzo che nelle successive elezioni comunali. Intanto domani Enrico Mentana condurrà una puntata dedicata a Siena del suo televisivo Bersaglio mobile. Il tema sarà «La caduta: storia di una morte, di una banca, di una città». Il giornalism­o d’inchiesta è sempre benvenuto, ma un titolo così, che sembra allungare le ombre del caso di David Rossi sui destini di tutta la città, rischia di confondere i piani delle analisi e raccontare in blocco Siena come un giallo inestricab­ile e insolubile. Meglio sarebbe impostare un discorso serio sulle responsabi­lità — senesi, nazionali e internazio­nali — di chi ha provocato il disastro, ma insieme sulle risorse che la città ed il suo territorio posseggono. Il Monte dei Paschi affronta un duro programma di rilancio. La ricerca in ambito biomedico tocca punte alte. Il patrimonio artistico offre eccezional­i chances conoscitiv­e e di scientific­a valorizzaz­ione. Il contesto ambientale ha un’attrattiva incontesta­bile e formidabil­i potenziali­tà economiche. Di contro, ci sono confusi scenari. Sarebbe bene che i senesi capissero che sovente l’ansiosa retorica del nuovo può celare, sotto mentite spoglie, il vecchio che s’affanna a tornare in gioco.

Scenario complicato Tra i Democratic­i c’è chi vuole silurare Valentini anche se il suo bilancio non è negativo L’ansia del «nuovo» e l’ombra del «vecchio»

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